Al nome di Dio, amene. Fatta a dì 27 d'aghosto 1392. A dì 21 di questo vi scrissi una picholla lettera e lasciala qui a quegli di Basciano perch'io andai a Chomo dove avevo a fare. La sera a dì 24 tornai e trovai vostra lettera e chon esa una veniva da Vignone e di poi a dì 26 ricievetti una altra vostra lettera con esa una da Firenze. Io vi disi per altra come di fare barattà lane alle chose chonpero no challe fare chonto però sono mercie e armi e da 'sai gienti conpero e non àno bisogno di lane però sono artieri minuti, come vi disi per altra cosìe vi richordo qui. Mi sono iformato che vaglono 'sendo buona roba e bene lavata e sanza lapole ci vaglono lb. 12, 13, 14 cientinaio. Questo è i pregio dalle dodici alle quatordici lire iperiali sì che potete vedere quello vi veghono e la spesa ci fosse e vedete se per voi si faciese di mandalle qui. Voi mi dite vi voresti itendere qui con Basciano e ch'io gli dicha che voi siete in destro di potello bene servire se di nulla à bisogno. Di poi sono qui con Basciano no sono stato se none 2 dì: istà fuori 5 migla a una sua pocisione che valle f. 6.000 e qui è tutto i suo tenpo. Altre volte sono istato uno anno a chasa sua sanza partire: facieva tropo più di merchatantia no fa ora e a noi è dano da parechi anni i qua uno miglaio di fiorini per no servici. Io andoe fuori a lui di qui a due dì o egli debe venire qui: cho lui ne parlerò quello mi parà per modo istarà bene e poi vi risponderò quello mi dirà. Una chosa vi richordo: uno pocho è cruciato chon Francescho e chone Istoldo, e doluto se n'è mecho, uno chonto ànno a fare di fustani mandòe a Pisa quando Istoldo vi stava. Ora io debo andare a Firenze i questo settenbre e vedrò s'io potrò aconciare la chosa e dov'è l'ero. E chosìe noi di Vingnone abiamo a fare co lui uno chonto di pù 40 mila fiorini che no sarò contento tanto abiamo contato co lui. Ora io parlerò cho lui e vedrò quello mi dirà e di tutto vi risponderò Qui no mandasi nulla se prima io non òe parlato co lui e vedròe quello mi dirà: tutta volta io no soe se per voi faciese a pregio vi dicho. Ed io parto di qui per andare a Firenze a mezo settenbre sì che no vi potrei atendere. Questo dì vi mando paghare a usanza a Lando Vanegli fiorini quatociento d'oro per chanbo di f. 407 ricieuti qui Perino e Iachopo Micheli: al tenpo ne fate buono paghamento e ponete a conto di nostri di Vignone. La lettera de paghamento è soscritta di mano di Fraciescho figlollo di Basciano perché no mi chonoscie. In questa vi mando 1 lettera a Vingnone, preghovi la mandiate di presente per modo salvo. Idio vi ghuardi senpre. Tieri di Benci saluta di Melano. Franciescho da Prato e Andera di Bonano, i Gienova.