Al nome di Dio, amen. A dì 30 di settenbre 1396. A questi dì v'ò scritto il bisongno e poi non ò vostre lettere e ora dirò brieve. A dì 24 mandai costà a la conpangnia 1 fardello di 6 pelli di chamoscio, le 4 grandi e belle e 2 per le maniche, che vi chostano spacciate di Como e di qui lb. 9 s. 8 inperiali e tanto n'ò posto a vostro conto qui. E a Natale, o quando mi partirò se sarà prima, co danari de la cotta li porò a conto de' vostri di Vingnone, credo di queste vi terete ben servito. Come detto v'ò per altre, Ganino fu qui ed è partito più dì è per tornare a Vingnone e, per chosa senta, ebe parole con Francescho qui. Or poi rimasono d'acordo e partì di qui con balle 8 di mercie e più non ne potè fornire, credo restase per danari più che per altro. E poi li dè balle 14 di fustani avea in chasa e con questo se n'è ito benché dice ritornare fra 2 mesi, se sarà il vedremo. Parmi questa asai magra chominciata alle miglia debono avere ed è cosa da pocho durare per più chagioni e la prima è che tra loro non è niuno chapo né ch'abia sentimento da questo fatto ed e se ne potran tosto pentere e quanto a me pare si vada inpaniando. Ora dire si potrè assai: l'opera loderà il maestro al fine, Se di nuovo seguirà altro vi dirò. De chonti s'ànno a fare con Francescho ricordo bene spesso ma pocho giova perché ànno da 'tendere ora a le vendenmie. Poi mi dice Guiccardo v'atenderà e Francescho mi dice al tutto vuole si faccino. Quat'io per me, come ò detto a l'uno e l'altro, i' son presto ongn'ora che vogliono. Per richordare non mancherà e se niente se ne farà vi dirò. Come si dice Boninsengna, nonn è da tenere ora altri modi co loro se nno d'andare dietro loro chon buone parole però che, facendo altrimenti, direbono il faccesimo per invidia della bottegha fa a Vingnone comincia di fare. Staremo a vedere un pocho a questo modo e se niente verà a dire, e per richordare speso non mancherà, e forse anche in questo mezo potrebe venire chose che chonterebono a Vingnone. Ora i' vi dirò di chontinovo chome le chose seguiranno. A questi dì ò mandato mercie e fustani a Vingnone a' nostri asai e anchora in questi dì manderò di nuovo. E chosì li vengho fornendo come domandano, e di poche chose s'aranno a dolere se potrò che non sieno a punto, e in ciò metterò quella diligienza so e posso. Che Dio tutto salvo conducha! Dicimi Guiccardo nonn è per venire in costà al presente s'altro non aviene di nuovo, se sentissi fosse per venirvi ve 'l dirò di buonora. Credo in questo dicenbre, secondo mi dice Boninsengna, venire in costà se piacerà a Dio. Que' da chasa àn tanto ateso ch'anchora atenderanno insino alora ch'i' non voglio lasciare per modo avessi danno né i' verghongna e che la bottegha stesse sfornita. Diròvi chome la cosa seguirà a tenpo. Dicimi Domenicho à conprato una ghamura alla pechora, sia con Dio. Ringraziovi di quanto fate che più non merito Farò sanz'altro dirvi per questa. Cristo vi ghuardi per Tomaso vostro vi si racomanda. Francescho di Marcho, in Firenze. Propio.