Al nome di Dio, amen. Dì 3 di marzo 1396. A questi dì v'ò scritto a bastanza e vostre non ò poi e ora è pocho a dire. Per anchora non s'è fatto altro delle scharlatte che detto vi sia e per solicitare no resta, finiranosi quando si potrà. Come v'ò detto, di contanti ò di vostro da lb. 200 inperiali tengho pe nostri di Vingnone. Atendo se finire posso questi pani e poi insieme li pore' a loro e vostro conto col chanbio vi sia e diròvelo. Vedete voi chome detto v'ò se sono auti e danari de le lane che qui nn'è bisongno per loro. Ditelo e, se di chontanti avete, rimettete a Vinega o dite che nn'è e potendo li traremo a Vinega o a voi. Partì di qui Ganino stava a Vingnone co noi di qui a dì 22 di febraio e da Francescho non à 'uto la 1/2 de' 4.000 doveano mettere nella bottegha: parmmi a questa volta si sarà messo i nave sanza bischotto! Ditelo a Francescho che per questa no li scrivo altro. Farò sanz'altro dire. Cristo vi ghuardi per Tommaso di ser Giovani in Milano Dite a Manno se v'è che Domenico Grasso non porta anchora e danari de le pelli e dice a stento li rischuote. E Boni di Bressa non ànno mai risposto di quelo deono dare loro e rispondete se gli ànno rimessi a Vinegia, avendo altro li dirò. De' loro ò sì pochi di contanti che non truovo da rimettere: faròllo chom'arò in questi dì e aviserònne. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.