Onorando amico, ec.. Lo specchio ch'io mando alla donna vostra, mi fu presentato a questi dì per una fedel persona, che l'avea fatto a mio nome: e avendolo io appiccato in sala, e poi in camera, e in fine nel mio studio, in niuno luogo mi parea stesse bene; anzi mi parea che si dolesse del salvatico abergo ch'io gli dava: il perchè pensai che si contentasse, nel mezzo della vostra loggia, in mezzo di que' capoletti e di quel candido sprendore delle dilicate mura, nel più bello castello del mondo, e nella più nobile parte del castello. E perchè a voi sia picciola cosa a mandarvela sì da lungi, non riguardate al dono, ma alla fede; la quale fa spesse volte le cose vili molto preziose. LAPUS MAZZEI vester. XX aug..