+ Al nome di Dio, amen. Dì VI di dicenbre 1383.
A dì XXVI di novenbre ti scrissi quanto alora fu bisognio, (e) di poi, dì
XXVII del detto, partii di qui per andare fino a Beses per alchuno nostro bisognio
(e) lasai la lettera ti fosse mandata. Di poi questo dì sono tornato (e) trovo non
v'è stata mandata per non avervi scritto, sì che con questa la ti mando.
Qui n'ò trovata una tua, fatta dì XXII di novenbre, e quanto per essa di' ò
inteso e apresso ti rispondo.
Chome tu sai, io non so scrivare a l'amicho per siloscismi, perché mai non
lo apresi né l'ò chostumato, (e) parmi salvatichezza perché tra due amici
bisognian poche parole (e) buone. Questo non dicho per dispregiare lo
proferire tuo dello scrivare, ma solo perché chosì non so fare io e tu sai la
'ntenzione mia ed io in parte la tua, sì che averai perdono.
Visto ò quanto di' de' fatti di chostì, di che forte mi piace, pure che vostro
buono stato s'acrescha con piacere di Dio e onore di voi, ché chosì credo sia, e lui
pregho per l'avenire vi prosperi di bene in meglio.
Simile chome tua venuta non è per esere ora di qua, la quale saria stata a me
forte a piacere per molti rispetti, chome già t'ò detto per altra. Nondimeno la
schusa o vero chagione mi fa stare contento, ché quello che ora non si può fare
si farà altra volta.
E più, chome per Niccholò di Francescho avesti le III cinture (e) la scharsella,
il che sta bene, lodato nostro Signiore! Pensavamo fosseno perdute. E bene ò
charo sieno al grado tuo, cha [sic] giusta al parere mio le feci, e non sichondo il
tuo mandato. Or chome si sia, a me forte piace t'agradino, (e) se altrimenti fossi,
abi perdono.
Il saccho ti farò fare di presente della ghisa domandi, ma non sì largho da
piè chome el mio, però che sarebbe troppo, ché un ghuarnimento di chuoio non
vuole essare sì largho chome di panno, ma farollo fare di buona ghisa. Fà conto V
pelli vi vorrano, che chosteranno f. VII reina o più. Apresso non mi scrivi che
fodera vi vogli. A me pareva di farne che chostarano f. VIII o circha, (e) f. I di fazione.
(E) pertanto avisami che fodara voli, o almeno lo spendare, (e) di presente
l'arai. E in tanto mi porai avisare della fodara si farà il saccho. Sì che rispondi
presto o sichondo che n'ài fretta.
Simile ti mando II paia di speroni che saranno sulle ghagliarde di quegli del
maestro, e tutto arai insieme. (E) non è rimaso di presente non abi tutto, se
non perché non m'ài scritto lo spendare della fodara, ma subito a tua
risposta l'arai, e di tutto ti dirò il chosto.
Quanto di' d'avere da Siena lettera da Bindo ò inteso, e chome mia madre è
sana ò grande piacere. A Ghino ò scritto al chamino di Milano, se per voi potesse
nulla, il faccia, e a me à risposto chosì fare, pure che sappi o possa, e ancho ogni dì
gli ricordo. Sì che, se di lui o per lo paese avete a fare chosa nesuna, li potete
comandare, ché so' certo il farà.
De' fatti di Tomaso t'ò asai detto per quella con questa sarà, sì che no· ne chale
più dire.
A Perpigniano n'ò chiesti a I.o mio amicho XXIIII pettini, cioè di II ragioni
chome scrivi, e farò ne sarai ben servito giusta mia possa. E quando gli arò, gli ti
mandarò per modo salvo.
De' chadissi sè a pieno per l'altra avisato, sì che ancho non mi stendo in più
dirtene.
Le vostre charte, chome per l'altra ti dissi, sono vendute, salvo le reali (e) le
riciute, cioè le IIII balle, (e) simile balle II di piane di fiore. Le grandi si
dànno qui a f. V risma, le ricciute f. II in II (e) gro. II, che al pregio se ne
perdarebbe, (e) simile le piane si trova f. II gro. I 1/1, che ancho se ne perdaria.
Or chome che sia, studiarò fare di tutto fine con più vantagio vostro si potrà.
Lo stagnio bisognia dorma un pocho, anchora che nesuna domanda ci à per
denari che uomo il desi. Dacisi a f. XI contanti, e non si trova conpratori, (e) a
voi viene più di chapitale.
Qui si domanda carte piane fine, (e) vogliono sieno ben bianche (e) di biancho
pesto e ben celandrate e pesanti; simile alchune balle di buona tonda, non tali
chome quelle del G, e le ricciute per lo modo delle piane. (E) chosì dissi l'altro dì a
Buonansegnia v'avisase. (E) simile alquanto coton ascholano tinto che fosse buona
robba e alchuno caratello di solfo che fosse ben bello si venderebbe, ma non
più di f. III reina chintale. L'altro si vendé f. 3 1/3.
Chome tu sai, noi siamo male atti, e Buonansegnia (e) gli altri, a mettere
solicitudine stinuata in tenervi avisati di tali chose, né voi né altri, per l'essare sì
soli e per le cagioni già detteti. Nientemeno, di quanto saprò o potrò, non
ci mettarò infinta, e non bisognia richordallo.
Io ò vista una lettera di mano di Stoldo scritta chostì, ora quando so' tornato,
per la quale conta chome Francescho era per pigliare un giovane a Firenze
per qui mandare, il quale à nome Antonio di Francescho, e chome era presso
che fatto. Per che non so chome queste chose si vadano: a Firenze à gran charo di giovani,
poi che altri che cholui non vi si trova? E sì credo tu lo diei
chonosciare: quando stavi qui con Tegnia, esso stava con monna
Lisa di Marcho Giovanni,
ed era un ladroncello, e sicondo sentito abiamo da Lorenzo di Dinozzo,
dice in asai falte il trovaro e però da sé il gittò. Apresso stette con
Lotto Ricci, (e)
simile fe' a lui; e poi il conoscho, ed è stato con Domenicho Soderini in Achisi,
e ancho a lui à fatto il simile, e ancho da sé l'à gitatto. Sì che in soma ragiona egli è
un ladroncello e mai non fe' se non rubaldarie, e credo che o tu o Stoldo
m'udisti dire della ghattività mi fe' della suprichazione li fe' pasare al tempo de'
processi ch'esso potesse stare chome famiglio del cardinale di Cogienza
e per detta chagione paghai per lui f. XIII gro. III, di che è ancho mio chompare, e
poi disse non avia bisognio venire a Vignione e non la volia, (e) chosì perdei
detti denari. Or tutto asomato, mi pare sia molto amicho di Stoldo (e) che per lui
molto si gravi. Per che ti dicho che già mai sotto tetto dove sia non dormirò né
mangiarò ma che io il sapia; e se qui viene, subito mi partirò di qui per essare
chostì, cioè in nostra terra, ché nesuno il doverebe volere vedere, pensando le
chatività à fatte. Or gittata n'ò la pietra nel pozzo quanto è di questo, ché altro
per me non se ne farà. Preghoti caramente di ciò m'avisi a pieno se
Francescho lo prende o no, e quando parte per qui venire; e di ciò ti pregho
charamente tanto quanto posso.
Altro non so che a dire t'abia per questa, se non ch'io so' tutto tuo usque ad
mortem. Salutami Stoldo (e) dili quanto ti scrivo sopra detta materia. Dio sia
tua ghuardia!
El tutto tuo Andrea di Bartalomeo salute di Vignione.
[indirizzo:] Matteo di Lorenzo in Pisa. A.