In
Domine reverende. Recevei doe vostre letere, l'una fata a die XVII d'
l'autra a die XXIIII, le quali vidi monto volenteri per respeto de la vostra sanità
e de la dona vostra e de li autri de
cosse òne auto e porto dispiaxere. Sono cosse che lo mondo dà, e pertanto
convene che voi n'abiate paxe, no posendo autro fare.
Noi di qua stiamo bene, e portamose in paxe quelo che Dio n'à mandato.
Aspetamo ancora de
serà mandato l'avere de lo mio
paxe. Come voi sapete, secondo che e' credo, il
partie e andò a
alegreza, e' penso sea partito da
tere, e tosto, con Dio avanti, fie retornato. Il
mortalità resti a
ultima de lo
ne morì XXXVII; la seconda
magioranti de li
elo è in so piaxere. Ò veduto queste cosse de questa mortalità essere, e
ancora sì è, in monte diverse parte de lo mondo. No so come
passe. Questo ve aregordo, che se autro fosse, che voi ne siata avissato.
Mando con questa vostra una letera tra le autre, la quale va a
de
incressia de operare che lo dito
che venga in
Io v'ò dato et dago fatica assai. Christe remedierà e a voi ne renderà buono
guirdone. Salutatime la dona vostra per mile fiate e la
mia parte.
Per