Dipoi di qui partisti non ti abiàno schritto solo attendendo prima
chostì potessi eserne e simile qualche lettera avere da tte sopra i
fatti nostri.
Ora, chome che da tte nonne abiàno lettera, pure pensiano, all'auta di
questa, di più dì sarai suto chostì e provisto a' fatti tuoi e simile
degl'amici per modo tu tti arai messo in buono ordine e che tutto
andrà a dovere: piaci a Dio abia trovato ogni tua chosa in buono
assetto.
Chome tu ssai egl'e passato il tenpo di più
tenpo fa e però noi ti preghamo, se all'auta di questa no gli ci
avessi
alchuno ne restassi a 'vere, fa d'avegli e
a disagio, non te ne posso tropo preghare.
Attendàno quanto
di
di
morisse n'avea seghuito. Che Dio verace perdono gli facia.
E preghianti, in chaso finiti no gli avessi, che ttu provegha alla
fine tu chon avanzagli quanto più puoi: non te ne posso troppo
preghare. Or fa' di fallo: assai te ne pregho quanto so e posso sicché
su'
farete e non falli.
Noi abiàno da
passato, chome avea tolti da xxxv in xl
tutti
non vi esendo
mandati più presto potremo: a
s'altro non vegiàno.
E più dice avere finiti nostri
anche a quelle dette fa' chonto di tòrne anche
questo
potremo mandare assai, pure
stentino troppo a 'vere.
Avanvi noi mandato di nuovo, per lo chamino di
anchora n'abiàno i
avere di
chome ti diciano e sanza tropo stento.
E però ora che sse' choll'occhio alle chose, voremo ci tenessi avisati
dì per dì sopra lo
farebe per noi l'
detto a boccha, per amore dello
pocho l'animo a' nostri fatti e sienti rechomandati: non ti possono
dare altro che prò e onore.
nostri di
però se i
presto puoi, o qui a noi che a loro gli
Altro per questa non ti dicho, se none ch'io ti pregho schriva spesso
e avisaci se sse' per stare chostì fermo tenpo niuno cholla persona o
s'altri vorè fare. Avisane per la prima. Idio ti ghuardi.