A' dì pasati vi òe scrito quanto è stato di bixogno da puoy hòe auto vostra
lettera per mano di
quel scrito avete a
E mi pare più e più volte v'abiate condoluto d'avere tolto
che bene mi pesa se vi òe dato increcimento: è vero voy me ne faceste buona
proferta e sopra di ciò m'achostay debiando io andare fuory. Bene m'increcie se
vi ò dato afano, asay n'avete scrito. Io sono povero
fare chome fano sarti, guarderòmi da hora inanze di darvi sy fati impaci né a
voy né altri.
Perché voy sapiate li
d'altri e
tanto che io non sono posente a fare sy fate chose: trovomi farne molto male,
Idio ci meriti in altro.
E mi pare in tuto abiate auto del mio
ne resta da
avete auti chol nome di Dio di che ne ò auto
cercho di
male di questo fato no ne vorey fare pezo. Provedete bene e no mi mandate a
270 per sy pocho di tenpo: ne servirey voy quando bisognase. E questo dì scrivo
a
dachino uno mio resto. Aviso tra uno e un altro non dobiate avere chaxone di
mandarmi a
Bene vy precho no mi diate più dano di questo fato che ne ò asay che basta. Non
chal dire più: bixogna pensare il ristoro.
Puoy del resto di
dite del terzo in
prendete più termine sy può di
questo fato. Se vedeste di
subito sì me le mandate: fate chome per voy voreste sy facese. A Dio siate.
Domino
in