avete mostrata, non precedendo alcuno servigio o merito; e
massime quello mi dite, che volete vi prenda per amico;
ch'io, per dottanza non abbiate auta mia risposta, la quale
vi mandai per le mani di
scrivo. E per conclusione d'ogni affetto e amore, accetto
esser in ogni cosa vostro minor fratello e amico; e di me,
tale quale sono, prendete da cuore quella libertà che in voi
propio. E questo basti: perchè nell'animo e nella mente sta
tutto. E sono più di voi innamorato che non potreste pensare,
solo pe' belli ottimi pensieri vi sono venuti dell'ombra e
della carne, che mi scriveste; chè, certo, alla materia
nostra più propio dire non si potea. Solo resta aver fortezza
di stare in quello santo e piacevole disiderio; chè gran
paura è da 'vere che tali buoni pensieri non siano come fiori
d'àlbori, i quali ogni picciolo vento gli offende, o venga da
man dritta o dalla manca. E io, dolente a me! ben l'ho
provato. E vorrebbesi ogni dì ricordare di quello verso di
Dio, in bocca del Profeta: Homo, cum esset in honore, non
intellexit; ideo comparatus est iumentis. Ciò a dire: Uomo,
ponessimo il velo dinanzi, che il vivere è un correre alla
morte. E se volessimo fare buona stimagione degli
a venire, verrebbeci agguagliàgli agli
vedete sono un vento! Ora tutto questo ho detto per confortar
me: voi so che sarete più forte di me, a ricognoscere la
grazia e 'l lume di Dio, che v'ha mandato, e ad abbracciarlo,
e ispogliarsi l'uomo vecchio, e
giustizia e verità, come nell'altra vi scrissi. E qui fo
fine.
Appresso, detto dell'anima (benchè male s'accaggia),
cominciarò a usare l'amistà. Io mi diletto di grossi
quegli più mi fanno forte alle fatiche che porto per regger
la
ho auto in
se a
sconcio poteste operare con vostri ch'io l'avesse, mi fareste
grande piacere: e non guardino in
Dio!
Circa uno
mezza o terza
l'avviso: e hollo fatto; sì che da
servito, come mi disse. Fo di voi e delle vostre cose come
delle mie. E