colui, non vi potrei rendere grazie a bastanza dell'amore e
delle proferte vostre. Dio ve le renda per
son degno. Ma spesso il donatore non guarda quello s'affà a
cui è donato, ma quello che al
prima non ho risposto, è stato per certe occupazioni, non
perch'io no l'avesse in tenace memoria; sicchè aggiate
perdono, alla costuma di
Per
prieghi e comandamenti di sì fatti maggiori,
quale
spacciamento di
dire:
com'io ho fatto
contento voi e 'l
Che, ben ch'io sia di
da
nondimeno io ho l'anima e la mente da maggior Signore che non
è egli e voi, e a lui m'ingegnerei servalla libera com'egli
me la diè. E così rispuosi l'ultima volta a
isteso ogni cosa gli narrai; e contento rimase.
E' si dice che si truovano radi sì savi che, udendo molte
volte pur l'una parte, si possano contenere di non credere
qualche cosa, anzi che odano l'altra. Se sentiste e toccaste
i dolori del compagno, cioè dell'altra parte, e come è suta
disonorata in questa pace, e
messo in comune ciò che hanno, e
promesse ch'io e
facemmo (dico me prima, perchè me più s'attennono quand'io
gli fe' levar l'accuse,
Chè tenete dicerto, non è maggior dolore che, astettando voi
premio da uno ch'aveste molto servito, esso vi rendesse male.
Non dico però che
non esser stato da me servito. Iddio lui e me allumini in
bene fare.
Del fatto della terra non ho pelo il pensi, e non arò mai;
chè in tanti pensieri entrai per un poco
potea, che mai più no arò pensero di
scriveste. A Dio v'accomando.