fatica per grazia di me leggere una lettera legata con
questa; poi, serrata, operare ch'ella vada a
presso, dove
contentasse, per reverenza di Dio,
qualche tre o quattro
se mai non l'avesse, donagliele per l'anima
che a piè dell'uscio n'avete tutto dì innanzi di simili
pietadi; pur, costretto da buono spirito, vi rappresento
ancora questa innanzi. E a me perdonate della mia prontezza:
ch'io non so che cosa s'è, o che caso o
me, che non è niuna materia sì segreta, che con voi io non
ragionasse come con meco medesimo. E cognosco la vostra
perdonato ch'io cheggia il perdono. A Dio v'accomando. E di
lui ricordarvi spesso, che v'ha tanto onorato al mondo, vi
conforto e priego.