voi, come d'avere ragione nella quistione mia; sapiendo da'
vostri amici, e anche per fama, l'ottima vostra
che in me, pe' miei peccati, voi abbiate mutata natura,
troppo mi duole: chè veramente troppo avete seguita la
volontà della multitudine del vostro
meglio di me il sapete. Ma pur i' ho letto, che radi volte vi
si vede il vero dove multitudine s'accozzi. E certo,
molte e molte rie informazioni ch'avete pur dall'una delle
parti, e i furori della detta multitudine che vi sollicitano,
vi fanno così credere e così fare. E non ci è modo ch'io mi
possa disporre a mal volervi, perchè siete di quegli uomini
ch'io avea pensato che fosse amatori della pace e della
giustizia: e forse altra volta, ch'io sarò vostro più stretto
servidore, v'increscerà di me e della noia ch'io ricevo: che,
bench'io sia disutile, pur per grazia Dio, che m'ha pieno il
cuore d'amore verso i buoni, io vi potrei ancor fare qualche
appiacere.
Conchiudo, che vi piaccia udire una volta alcuno
sappiano tutta: e uditala, recarvi il tutto dentro al vostro
savio petto. E se vedrete la vostra coscienza vi rimorda, vi
piaccia raffrenare con la ragione il vostro
loro la cagione perch'io ebbi v
che se da poi in qua io fosse impoverito, com'io sono un poco
arricchito, ch'elle non mi sarebbeno però iscemate. E ora
penso esser qua ben ritocco e aggravato all'
Iddio vi dia grazia eleggere il vero; e a me dia forza, s'io
ho ragione: che credo voi il credete.