quella mia lettera. E ho per male che prendiate tanto affanno
di tanto scrivere a me. Basta a me uno verso per
perchè non vi sia rincrescimento.
A quell'altra parte vi rispondo così come appresso dirò. E se
Iddio ci presta ancora da vivere, rendetevi certo, che ogni
dì mi crederete più l'una volta che l'altra; però che è
impossibile ch'io vi parli mai altro che in purità,
massimamente dove porti alcuno pondo. Dell'altre
con voi. Dite all'amico vostro, ch'egli è delle due cose
l'una: o egli è cattivo, che dice tali novelle per darvi
malinconia, o per torvi dal suo amore, perchè voi vi
scostiate da lui (e per molte vie si va a
è poco pratico dello stato di questa
santo e l'amico di Dio cresce ogni dì in amore nel cospetto
del suo Signore, così l'amico di cui scrivete cresce o si
rafferma ogni dì nell'amore de' grandi, de' mezzani e de'
minori; e che più vi dico, i buoni e i rei l'onorano di
parole e di fatti più che facesson mai. E non è sì da poco
egli, e chi bene gli vuole, che non cognosca che, secondo il
corso del mondo, egli ha il più fondato stato che
che sia in
sia libero da' colpi della fortuna e della ruota invisibile
del mondo; che non che i rei, ma spesso percuote i servi di
Dio, a buono fine. Or io mi riserbo a bocca contentarvi sopra
questa parte. Priegovi non siate così leggieri a partirvi
dalle cose così sode; come è credere che tanto male sia sì
leggieri a fare, o che io sia sì da poco, che molto tempo
innanzi io no m'avvedesse di qualche cosa, e non ve lo
dicesse. Ma veggio ch'amore e gelosia v'hanno spinto a
sofferire questa malinconia.
A' fatti da
que' principii; e s'altre fa ceffo, non ve ne curate: però
che, lasciamo stare il pericolo, ma tutti i fiorentini vi
tengono per uomo sanza consiglio, se non vi venite ritraendo
da tanti viluppi. Poi starà a voi il fare poco o non far
nulla, come vi piacerà. El
non scrivo più.