fa pauroso e geloso di voi e d'ogni cosa che dispiacere vi
potesse. E quinci procede che tutto giorno, andando e stando,
sono in pensieri de' vostri fatti e dell'anima e del corpo; e
ora massimamente ragguardo con la mente quello che sia da
fare pe' fatti dell'
gli par fare, per qualche mala informazione ch'arà) vi metton
spesso in favola fra'
riparare alle volontadi senza freno. E per queste cagioni non
posso tacere con voi: e da altra parte il diletto che
prendete al
volte udito e letto, che de' due mali si vuole eleggere il
meno reo: onde vi dico non mi piace ora la stanza vostra
costì, per qualche xv dì, o almeno insino a
vorrei foste qua. E sola una cosa è sofficiente a farvici
venire; che
mattina a visitare
ch'ebbe posto in assetto i fatti vostri, mai nol veniste a
vedere, o a ringraziare pur della noia ch'io gli diedi in
quella fine. Ben ch'io getto spesso parole di voi verso lui,
che vi sono di grande iscusa, com'io debbo, e com'io so
sareste e siete stato tenero di me. E poi quando questo
furore dell'
tosto, e voi a grandissimi agi potrete fare ogni vostro
piacere, e costà e ove vi piacerà.
amici dir molto il vero; e dilettami andare per una via molto
larga: e però abbiate per sempre meco pazienza. E cognosco
che molto s'usa il contradio. Io il fo con
posso far con voi. La stanza di costà, per ora, non mi piace,
se siete sano a poter esser qua un poco. -
Egli è meglio provvedere innanzi al furore, che pensar
rimedio poi che fosse venuto. Costoro sono per chiedere balìa
a'
dell'
suo. E però la stanza vostra qua farà tacente tale, che parla
male; chè vedranne che voi siete
siete savio, e vedretene quant'io, o meglio: a me basta dir
quello a voi, ch'io direi a me propio. E ben potrebbe anche
avvenire che la stanza costà non vi gittarà quella mala
ragione di ch'io ho paura: ma ciò v'ho detto per la più
sicura via. Io il dico per vostro amore, e anche per mio;
ch'io so il dolore e la morte ch'io ne patirei! e ogn'altro
se ne sarebbe fuori.