di
iersera, essendo con
numero. Rispuosi quanto potei amichevolemente per parte
vostra.
Io non so che patti o che costumi sono i nostri! Da buon
tempo in qua voi discordate da quel che mi piace; che non
solea così essere: e se fosse licito, direi voi mi fuggite
per trovar
cioè di
Torno al covile dopo le
d'amendue, e non con dispiacere del
Questa cominciai per dire a
fare impresa per lui, quando alla sua posta si verrà; tante
volte glie l'ho ricordato! E più ho operato in un'altra
Ventina, uno che m'è padre e fratello, e vero amico, farà il
simile nella sua per lui. Iddio non m'aiuti se queste cose ho
fatte per me proprio, tanto mi fido nella ragione. Voglia
Iddio ch'io abbia ben fatto per me; per cose che pure stasera
ho udito. Dicemi il secondo amico, che arebbe caro una nota
veritiera e brevissima di ciò che vale quel di
poterne dire sodamente, ove nel più si ragionasse. Ho preso
tempo, o vero messo tempo in mezzo da procacciarla; e lui ha
bene nel capo il suo nome. Non posso tenermi ch'io non mi
adoperi per chi mi vi toe tutto dì.
El
rimanderà. De! siatene contento, che per sì vil cosa
il fa contra mia saputa, pensando mostrarmi l'amore che mi
porta: e io l'ho per male, che per questa via egli il
facesse, essendo
propio; e per lo vostro non m'è mai accaduto ad andare. Dicol
per tanto, perchè 'l vostro giovane mi chiede ch'io vel
faccia tornare, poi non è suto levato di là.
Io mi sto solo in
letizia che stavano i romiti buoni nel monte, e non sento
venti nè da man dritta nè dalla manca. Così penso fate voi
costà: e se non ène il vero, mal fate; e poco senno operate,
a darvi travaglio di nulla.
Non vi gravi farmi dire ad
esso a un tratto, ch'e
O
anche, logoro questo: e di' a
riportar le sei
fossono la parte della
e dell'altre. Arà creduto fare bene al signorso, et e' non
fia così. Sono de' sottili suoi avvisamenti! -