tutto dì con voi; e volentieri m'affatico in ciò ch'io penso piacervi; e
anche vi cheggio perdono s'io nol fo come io dovrei, che n'è cagione le
faccende de' due Ispidali: l'uno vi sapete, l'altro è in
meno noia. Questo dico pertanto, che abbiate pazienza se d'ogni
cosellina io non vi rispondo o non vi fo lettera. Appresso vi dirò brieve di
quanto m'occorre di vostri fatti.
la quale or vede
vergogna. Io sono entrato con loro a mio parere con bello modo: perchè
mi pare più brieve via, ch'altra, se gli troverò disposti: che se non gli
troverò, l'altra via del
partito, e a voi risponderò.
De'
per fornito. E ho pensato che
andar per esso; e
andranno meglio, e farete più tosto.
L'amico di
che vi serbava; per modo che a niun altro l'arebbe dato. Egli è uomo
dabbene, e agiato, e buono; e io il so, ch'ho fatto suo
effetto,
che viene, che non lo può tenere. Pensai poterne avere due o tre
non voglio isconciare; e forse è il meglio, perchè ci ha pochi
basta a me n'arete voi. Dicemi questo dal
cima del paese sopra tutti; che dice vi vuole dare quel
vive ogn'
Quel
s'empia affatto del vostro; l'altra, o s'empierà di quello di
procaccerò qualche cosa, o ottima o mezzana. A
ho cerco: non ve n'ha, se non
volentieri.
El
domane. E sanza manco l'arete costassù
che mi pare, adatto e umile e di poche parole, io vel raccomando:
potretene fare come d'uno
nostra: la vostra sta bene.
Mai non ha auta risposta
maraviglia. Io penso che Dovico si fa beffe, che voi ne facciate mai
nulla.