più che con altre che sia, questo mondo non è conosciuto, ed è stimato
per ogni
tenere fede con persona; e quanto più ti fidi e più speri in persona, più ti
truovi ingannato. E ora mi dite ne fate pruova in
tanto servito, amato e inviato; che e' possa esser che v'abbia sopradetto
e soprafatto, come mi scrivete! Di che vi veggio tutto il cuore turbo: e
chi è nell'acqua torbida, non vede il fondo. Penso, per grazia di Dio, vi
sarete riauto, e diliberato che sanza turbo o cruccio, abbiate vostra
ragione; e ogn'altra cosa gittiate adrieto, e appariate a non porre amore
se non a Dio, da cui venimo e a cui abbiamo a tornare. Esso dice, Che
l'uomo crucciato, se facesse miracoli, no gli poria piacere. Lasciamo
stare ora gli
con lui più ad agio ch'io non fu' ieri per questa cagione; e penso fia di
questa
meno ingannato di voi, se e' non si
a lui non si disdice, al mondo tristo che è, il far le cose meno che
sodamente, come a voi. E fatto dalla vostra parte quello si dee, ed e'
non giovi, faremo col ferro, come fa il
questo ci accordiamo
pone che Enea, cacciato di
sue
volta si vide affondare dalla tempesta le più ricche sue
tesoro, e i più fidi
masnade avea seco. E ingegnossi porre in terra sè e tutti i suoi detti
rimasi, ch'erano afflitti e stracchi per la difesa avean fatta dalla fortuna.
E sanza ristare, Enea andò solo con uno compagno alla cima del poggio,
a riguardare il mare ond'era uscito, per ricrearsi. Tutta l'altra
per medesima cagione, andarono nel bosco, a saettare
scorticagli, e cuocegli di
Dicono questi morali, che Virgilio, che ciò scrivea, non volea dire altro,
se none far differenza dal savio uomo in questo mondo, e dalla sua vita,
alla vita dello sciocco. E io vel dico a diletto, chè so che vi piace la
verità. E dicono che 'l savio, come la fortuna il percuote, s'ingegna porre
in terra, cioè in sulla verità che sta ferma e non si muta; e toe il
compagno, cioè il suo intelletto, e vanne al poggio, cioè a contemplare
con Iddio; che cosa è il mondo; che è il principio nostro, e che è il fine;
e che le tribolazioni sono ordinate da Dio solo per provare i buoni, di
levarsi da questo tristo mele
vita che gli piaccia. Ma lo sciocco, come s'è bene azzuffato con la
fortuna, non va al poggio col compagno; ma pensando cacciare la
tribulazione, dice a' compagnoni: De! godiamo; facciamo di godere, e
manichiamo bene, e beiamo meglio, e dianci buono tempo; e di niuna
fortuna ci ricorderemo.
Attenderete la risposta vi farò di
le cose ragionevoli, cioè
un poco in su quel santo poggio d'Enea; e quivi godete con Dio, che non
vi fallerà mai: che lui prego divotamente, che a voi si lasci gustare,
come già lasciò quando ginocchioni oravate la sera, ec
perdonate. -