+ Al nome di Dio. A dì 10 di novembre 1404.
A dì sopradeto ricevi la vostra letera, per la quale mi scrivete ch'e' veturale
che vi rechò il vino v'à 'portato ch'e'
vino chostò la soma lire cinque, che l'ebe da cholui d'onde levorono il
detto vino. Di questo v'àno aportato il vero, inperò ched io il choperai lire
cinque la soma, a barili pecatini, che teghono, ciaschuno barile, metadelle
tratadue di queste; e' nostri barili fiorentini teghono piue di tre di queste
medesime: si che gli undici barili trano dieci di chotesti. E chosì trovarete
ched io ò paghato per voi a Luigi di Bonifazio Ispini, che ne tolse da lui delle
botte quatro per questo medesimo pregio. S'avesi voluto torre a questi barili,
n'aresti dato lire cinque della soma. Io mi sono ingnegnato di servirvi, chome
vorei essere servito; e chosì trovarete, ched io vorei chon voi ghuandagnare del
penelo e non del vino. Sì che pertanto ve ne potete avisare. Cristo vi salvi. -
ARRIGHO di Nicholò, dipintore, in Pecia scrisse.
Franciescho di Marcho da Prato, in Fiorenze.