fu di bisognio sopra i fatti di
come pienamente me n'avisai. Da poi n'ebbi una picchola da vvoi,
dove mi diciavate questo medessimo v'avisassi, onde, avendovi
sopra cciò scritto nè manchando altro a dire, non ò preso più fretta
a rispondervi, e ssì anchora perchè sono stato di dì in dì per venire
costà, ma, perchè male posso lasciare certa mia faccenda ò qua, no
ll'ò fatto.
Io fui da ppoi alla
imperò non potei parlare co llui perchè non esce di
nè è in tutto libero della
poi vi ritornai: rispuosemi che elli avea diliberato, come potesse
andare, d'esser costà e capitare tutte queste cose. Ora non so che
altro mi dire, se none che s'aspetti che, secondo mi dice, fia corta
l'aspettare. Altro sopra ciò non dicho.
Da poi vi scrissi, trovandomi con uno mio amicho che à
domandandone e io dicendo come volentieri vorrei una
me ne donò una, onde io l'acettai lietamente per vostro amore. Io l'ò
mandata ad
abbia quello dichono che bisognia. Altro non resta, se none ch'io vi
sia racomandato e similemente a monna
comandamenti dove mi sia, e vorre' ne vedessi il mio chuore. Dio vi
conservi lungho tempo felice.
Dì 7 d'
1393. Da