Al nome di Dio, amen. A dì 21 di
frebra' 1398.
Ieri per
Arghomento ti schrissi quanto fu di bisogno, e da te
non n'ò avuta risposta.
Argomento m'à rechato 2 lettere: l'una andava a la
Tavola e
l'alta andava a
Nicholò da Iszano, e m'à rechato un
choltelacco, e
un
charello, e una
predella, e una
cholteliera chon chuatro
choltelli
della
arme nostra, una
cholteliera chon dua
choltelli, e uno
orc
io
d'
ogno, e un
saccho di
grano: non mi mandare più
predelle che
ce n'à troppe, a mia parere non c'è più nulla di bisogno. Di' a mona
Gita perch'io oè avuta a governare la
chasa, ma di questa altra
settimana io gnele
chonperò che non man che non mamcherà; di' a
Ghuido che me la vada a salutare da mia parte. Perch'io ispero
che tu ci sia di dì in dì farò sanza più dire. Salutami
Berzalone
e
Nicholò da mia parte e mona
Nanna e mona
Lapa, ch'io l'aspesto
pe' lla perdonanza ché ànno bozio di venirci. Idio ti guardi.
la tua
Margerita, in
Firenze.
Francescho di Marcho, in
Prato, propio.
1398 Da
Firenze, a dì 22 di
febraio.