Al nome di Dio, amen. A dì 17 di
marzo 1398.
Istamane per
Nanni nostro ricevetti tua lettera, e con esso più
altre lettere, le quele à date dov'ellono andavano. Della
madre di
Manno, dirò quanto tu mi schrivi e darolle quello di', ch'ella si
contenterà. Del tornar tu qua, fara' bene di venirne tosto, in perciò
che tu non ista' bene chostà di
Quaresima. Del
panno lino e de
l'altre cose farai quello che ti pare. Ischusami a mona
Gita ché
cholui della
chapellina non n'è poi venuto a me. Di
Nofrino non ti
rispondo, però non vogno fare la
ccoppa inanzi
Pasqua, diliberonmi
poccia s'io la vorrò, farà poccia.
Nanni venne a buo' osta quande
lle legava.
pe' lla vostra
Margerita, in
Firenze.
Cerchi nel mio
forzerino che vi debbeno essere, mandateci tute
le
chalce
bianche, perché le voglo
aconciare, le
gonelle di queste
fanciulle così bene mi chonverebbe
conperare, del nuovo sarebbe
meglo fare le
chalze nuove e logorare l
e veccie nelle
gonelle e fare
delle
chalze nuove e mandami le più chattive.
E gn'è qui ritta bandita la
giostra, e non mi mandate più lettere
se no' lle iscrive
Guido, perché lo scritore non n'è troppo buono e
perché 'l dettatore è piggiore. Farò sanza più dire. Idio ti guardi.
Francescho di Marcho, in
Prato, propio.
1398 Da
Firenze, a dì XVI
marzo.