Al nome di Dio Amen. Fatta adì XX d'Agosto 1401.
A dì XIII di questo vi scrivemmo quanto per insino allora fue di bisogno
e per quella vi dicemmo che vi piacesse
rimetterci quello ci restate a
dare: parmi che facciate vista di non intendere e pertanto ve li
manderemo a
pagare.
Dipoi adì XVII di questo avemo le
partite da noi a voi e parmi che il
nostro
conto tegniate pure in
Genova e noi lo tegniamo in
Genova e in
Firenze: abbiamo
riscontrate dette
partite e troviamle
battere colle
nostre arrecando i
f
. 26, quelli del
panno e quelli di Frate
Biagio e
troviamo che voi ci restate a dare
f
. 170
(d'oro?) s
. 7 e
d
. 2
genovini e così mi pare che
batta anche la vostra
ragione.
Pagherete per nostra prima
lettera a
Francesco de Bardi e
Compagni
f
.
173 d'
oro
s
. 3
d
. 9 a
ff
. sono per
cambio di
f
. cento settanta d'
oro
che qui n'avemmo da
Manetto Davanzati e
Compagni a
ragione di
f
. 1 1
/8
p
. c
. a lui
vantaggio: al tempo gli
pagate e ponete a
nostra
ragione. Questo
cambio ci fate perdere voi che due
mesi passati
gli aveste de' nostri, che vi è poco onore che servite così gli altri: vi
verranno poche faccende per le mani. Per ora non ci stendiamo in più
dire. Iddio vi guardi.
Francesco e
Domenico
salute di
Firenze.
Sarà con questa una lettera del
Maestro d'
Ognissanti: fate buono
servigio.
[A tergo:] Francesco di Marco e
Compagni in
Genova.
1401. Da
Firenze adì X di
Settembre.