Al nome di Dio, amen. A dì 22 di
febraio 1395.
A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e niuna
vostra ò poi e ora nonn è a dire.
Da voi atendo quanto a seguire ò sopra le
mercie domandano i
nostri di
Barzalona per voi: ditelo come che per la prima il
dovrete dire e i' provederò ne sarete ben serviti.
E fornendo queste si chonverà mandare per da
Pixa o sarà
meglio che mandare per
Vingnone, e poi questo chamino di
Viglana né di
Pineruolo non s'aconcia anchora che male a
punto viene, ora Idio provegia a quelo ch'è di bisongno. A
Domenico non iscrivo:
diteglele e, quando mandare si potrà, il saprete di presente.
Poiché andare non si può per di qua, chonverà
Cristofano
facci il chamino per mare, Idio il conducha salvo.
Lane ci stanno a l'usato e poche ci se ne
vende. Le 15
saccha
di
bianche mandarono i nostri di
Pixa prima son finite a
lb
.
16
s
. 9 cento. Penserò a finire la resta e farònne loro
conto
e potranno vedere se 'l mandare farà per loro.
Ebi le 2
balle d'
Anbruogio di Meo e qui le salvereno tanto
che mandare si potranno e, prima che niente mettiano a
chamino, vedren chome sarà. In questa una sua lettera, date.
Di poi questa mattina ò lettera da
Pisa come mandano la
chassa di
tafettà e
seta e simile 2
balle di
Domen
ico:
atendole e qui le terò tanto che mandare si potranno e voi
aviserò di continovo, ditelo a
Domenico.
Né altro di dicho per questa. Cristo vi ghuardi per
Tomaso di ser Giovani in
Milano.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.