A voi, carissimo padre, fo questa
scritta per memoria de' modi e quali
tenere dovete nella vostra vita, si ne'
cibi e
ne'
vini, sì ancora nel dormire e nelle
medicine, e in ogni altra cosa la
quale s'apartiene al vivere sano. E per seguire mio animo intorno alla vostra
disposizione, considerato ogni segno il quale dato m'avete d'ogni vostra natura,
comincerò da'
cibi e dalla vita in ogni altra cosa della
state. E principiando
dalla
carne vi lodo e
polli,
starne e
pipioni,
vitella,
castrone e
cavretti; e
con ogni uno di questi potete usare cose le quali hanno a provocare l'urina, sì
insieme con loro, sì ancora innanzi; come sono
pretisemoli, o innanzi
caperi, o
sparagi o altra cosa dove fosse mescolato
aceto; perché l'
aceto, in poca
quantità, ha fare urinare. Le
carni le quali mi dispiacciono per lo vostro uso,
sono
paperi,
anetre,
castroni non compiuti,
carne di
porco, e massimamente la
fresca: e non solamente mi dispiacciono queste
carni, ma ancora vi guardate da
ogni torta di qualunche carne si sia, e da ogni altra
vivanda la quale generi
grosso e viscoso sangue, come sono
erbolati,
frittelletti,
frittelle o
pastelli;
fuor che la
crostata fatta di buone
carni. E se voi alcuna volta, per non vi
trarre in tutto fuori del naturale, volesse usare de'
cibi e quali io non vi
commendo; pigliatene piccola quantità; e ancora singularmente vi guardate di non
mangiare, per allora, quelle cose le quali v'ho dette aprire le vie della urina,
per la ragione la quale a bocca vi dissi. Nella
scodella delle
carni le quali io
v'ho lodate, usate il
pretisemolo, e 'l
brodetto con un poco d'
aceto, o la
peverada chiara: ma ben mi piacerebbe molto, se grande dispiacere non vi fosse
al gusto, che in ogni vostra
scodella voi usaste il
zaferano, perché v'è molto
appropiato, sì ancora perché a mona
Margherita è una perfetta cosa. E questa è
la vita la quale osservare dovete ne' dì da mangiare
carne. Ne' dì neri, usate
l'
uova in quello modo il quale più vi piace, pur che
cacio non vi sia: la vostra
scodella su
brodetto, o la
peverada de'
civai, e massimamente de'
ceci; e pur
sempre col
zafferano, come detto v'ho; e
cacio, meno che voi potete, e
spezialmente del
fresco. E se de'
pesci alcuna volta desideraste,
non vi allargate a altri
pesci che a piccolini; perché e grossi
singularmente sono nemichi alla vostra disposizione. De'
vini, priegovi che
singulare cura abbiate in usargli d'ogni tempo quanto più potete bianchi, non
fumosi, chiari, e non
dolci nè
bruschi; e quali abbino del gentile; non vi
mettendo su troppa acqua, anco più tosto non punto, salvo se caldo eccessivo non
fosse, o se 'l
vino traesse al grande. Vegniendo a' frutti, a' quali portate sì
dolce amore, v'allargherò alquanto la mano. Lodovi le
mandorle fresche e
secche
monde, quant'e' vi diletta; le
nucciuole fresche e
secche, ben monde, ancor mi
piacciono per vostro uso; e
fichi
freschi e
secchi, innanzi
pasto; e similmente
l'
uve; ma drieto a
pasto ve ne guardate; e'
poponi, innanzi
pasto, usate al
tempo; e non gittate via quello che v'è drento, perchè quello è la miglior parte
e la più
medicinale. Ancora vi voglio contentare di parecchie
ciriegie ben
mature, innanzi
pasto: ma, per Dio, drieto a
pasto lasciategli stare. Or io vi
priego, se a voi io sono largo in
concedervi de' frutti a vostro senno, voi
vogliate essere a me cortese in lasciare da parte gli altri che tristi sono;
come sono
baccelli,
mele,
castagne e
pere, e gli altri simili. E questo è quanto
alla vita vostra del mangiare e del bere della
state: e così quelle medesime
carni e
vini e
minestre, le quali io vi lodo di
state, vi lodo di
verno; e così
de' frutti, e quali
secchi conservar si possono a quel tempo. Ben v'aggiungo due
cose: che delle
tortole voi usiate quanto potete; perchè dalla natura, fra
l'altre
carni, hanno singular virtù nel confortare la memoria e' sentimenti.
L'altra si è, che
vitella in ogni modo che voi potete voi ve ne mettiate in
corpo; perchè, compensando ogni sua virtù, non potreste usare per uno
cibo la
più sana
vivanda. E questo è tutto quello che osservar dovete nel mangiare e nel
bere per tutto il tempo dell'
anno. Nella altra faccia farò menzione di tutto
l'altro vostro reggimento.
Nel vivere
medicinale togliete via ogni
medicina, salvo la
cassia; la quale
ancora non usate se non quando el beneficio del corpo non avete naturalmente: e
questa allora usate col
gengiovo, più e meno, secondo che più e meno è calda
l'aria, a l'ora vostra usata. Ancora usate la
triaca, e massimamente
di
verno, e di
state, quando piove o si rinnuova la luna; in minor quantità
tutta volta la
state, che 'l
verno. E nel pigliare la
triaca tenete questo modo;
che il dì che voi pigliate la
cassia, l'altro dì pigliate la
triaca; e state
cinque ore innanzi che voi vi mangiate: ma del bere non mi curo. Oltra a ciò,
per vostro uso pigliate spesso, almeno di
verno, del
gengiovo in conserva, in su
l'ora che voi siete per andare a disinare; e poi pigliate il vostro
cibo. E
questo vi regate a l'animo, perchè ha gran virtù nel fare urina, in far patire,
e confortare la memoria. E questo è tutto quello che osservare dovete nel vostro
medicinarvi. Al sonno si pone pe' nostri altori regola, una ora stare drieto al
cibo, per lo meno, e poi andare a dormire; ma questo io son ben certo che io
potrei ben predicare, che voi lo faceste: pur ve lo scrivo, a ciò che voi
veggiate che voi non fate bene. Il modo del ciacere vostro sia o bocconi o in
su' lato destro, il più che voi potete. Degli accidenti dell'animo,
converrebbemi essere
maestro
Domenico da Peciole, a sapervi predicar tanto che
bastasse: ma pur vi dirò quello da che più vi dovete guardare. L'adirarvi alcuna
volta e 'l gridare mi piace, perché questo vi mantiene il caldo naturale
addosso; ma ben mi dispiace il vostro tristarvi e 'l regarvi ogni cosa al cuore,
perché questa è quella cosa, come grida tutta la
medicina, che stermina più il
corpo nostro che veruna altra cagione. Per tanto vi priego, che in questo voi vi
misuriate sopra ogni altra cosa; imperò che se voi nol farete, ne perderete il
dormire, e 'l patire del
cibo che voi piglierete. Or pensate quanto questi
effetti sono utili all'antico! Nell'esercizio dovete avere questa regola: prima,
quando vi levate, fregarvi il capo con uno
sciugatolo ruvido leggiermente; e
fatto questo, provate la persona d'andare del corpo: e fatto questo, vi
cominciate a
muovere; e tanto tempo vi movete, che voi vi cominciate a sentire caldo, e
massimamente le mani: allora, quando così caldo vi sentite, ponete fine al
muover vostro; e riposatovi un poco, vi ponete a mangiare. E così facendo dalla
prima cosa infino all'ultima, la qual v'ho scritto, mediante la grazia di Dio,
mi rendo certo che nella santà del corpo viverete in vita felice. E di così fare
priego Iddio che per sua grazia vi metta in animo.
Io arei a porci uno altro
capitoletto, del quale una volta a bocca vi ragionerò;
per al presente perdonando alla penna.