Al nome di Dio. Adì 26 d'
ottobre 1410.
Questo dì siamo stati chon questi
dipintori, e infine chonchiuso tutto;
e siamo d'achordo che facino questo
lavorio della
dipintura chon questo,
che chonpiuto e·
lavorio
mesere
Torello cho' sua chonpagni e noi
Aseghuitori abia a chonoscere quello se ne viene e quello darne. Il perchè
al'auta di questa sia a
Nanni di Ghuiduccio e chon chi ti pare, che
gl'è di bisongnio che sieno 3 o 4
maestri buoni, che chomincino
a ristorare e
aricare tutto; e pertanto sia cho lui e vedete la
chalcina
sarà di bisongnio e, se ve n'è che sia buona, si dia modo a farla
spengnere;
e abi di que'
manovali fidati che aveva
Francesco, e diesi modo a fare
e' ponti per insino al
tetto. Quegli
alberi sottili saranno buoni, e riabiansi
que' 4 sono a quella
chiesa. E questo si faccia al più presto si può,
imperò che, chome sarà
aricato e seccho, questi
dipintori vi veranno
e chominceranno a fare la
dipintura bisongnia. E vorassi facino uno
aricato gentile e buono, chome
Nanni di Ghuiduccio e gl'altri
maestri
sa bisongnia; e sieno gente lo sapino bene fare. Ora fa,
Checcho, di
dare modo i ponti si facino prestamente, e la chosa si chominci sanza
indugio; e vorasi abia a mente quanto
Francesco ti disse del bangnare
le
mura. E vorasi dare modo questi
dipintori posano stare nella
chasa fu
di
maestro
Lorenzo, et noi vi faremo fornire II letta. Tu debi avere intesso
quello bisongnia, sicchè a cciò provedi che si faccia e non manchi, e dine
chon
Barzalone e cho
Lionardo e simile cho gli
Uficali. Che Christo vi
ghuardi.
Lucha. In
Firenze. 1410. Da
Firenze. Adì 27 d'
ottobre.