Al nome di Dio, a dì xxviij d'
ottobre 1397.
Ieri te ne scrissi una per
Ridolfo di Lanfrancho, e per detta ti dissi
quanto mi parve fosse di bisongno. Di poi, per
Nanni, n'òe auta una
tua, e quanto di' òe inteso; apresso ti rispondo.
Piaciemi dessi la sua lettera a
Barzalona e a
Nicholò di Piero, e
simile tutte l'altre i' ò iscritto loro, quanto è suto di bisongno sopr'a'
fatti di
Matteo
mungnaio; e però richordalo loro, e dì no ne lascino
nulla a fare. E domane attendo m'avisiate di quanto arete seguìto.
Di
ser
Ischiatta, che dèe essere ogi venuto a tte, mi piacie, e
attendo m'avisi di quanto e' t'arà detto del fatto delle lettere, e simile
se altro t'arà detto.
Di quanto t'à detto
Nanni della
farina, non è altro a dire. Manda a
mulino sei
istaio di quello che ssi
conperò per mona
Tadea, e dì al
mungnaio che nne faccia buono ghoverno, in però che voi ne volete
fare
pane per me.
Io attendo a spacciarmi di qua il più tosto che io potrò per essere
chostì che credo domane essere ispacciato, e poi me ne verò chostì, e
sarò cholla
madre di
Simone, e cho llei m'intenderò e farò quanto sarà
di bisongno.
I
fichi e lle
fave per la
Cilia abiamo aute, e simile l'altre chose
mandasti perché ssi mandassono alla
zia: abiàlle mandate tutto, e
indrieto ti rimando le
saccha piene di
salina.
De'
doccioni che bisongnano per fare l'
aquaio e lla
guarderoba
all'
orticino, mandate a sapere se n'à al
Palcho, e fategli arechare; e, in
chaso che non ve n'abia,
chonperatene da cchi v
i pare che lgli abia
più belli e ben chotti.
Dell'
asenpro che ttu vuoi del
guazerone che s'usa per le fanculle,
òllo detto alla
Franciescha, e perché ogi è
domenicha non vi si può
mandare: manderollovi domane.
Il
fodero per la
molglie di
Nani di Guiduccio, attenderò l'
asenpro
e poi il
chonperrò; ma ttu non mi di' s'ella il vuole piano o
crespo.
Per questa non dicho altro. Idio ti guardi.
per
Franciescho di Marcho, in
Firenze.
Mona
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.