Al nome di Dio, a dì 8 di maggio 1399. Io n'òe aute 2 tue, a le quali non t'ò fatto risposta più tosto tra per facenda e per manichonia. E ora è meza notte, e pertanto dirò brieve per questa. Prima ch'altro ti dicha, perché no m'escha di mente, dimi, per la prima, se tu andasti a vicitare la donna del Podestà, ch'è venuta qui; e in chaso che no, farole la schusa inanzi ch'io mi parta. Ogi sono stato chol Podestà parecchi ore, e bene fu di bisongnio al Saciente per quel fatto de l'atra volta, e òlo ispaciato. Delo scilopo e medicina, togli da chi ti piacie: credo che da Ghuiglemo sarai bene servita. E fa di mandarmi uno saccho di quel'orzo ch'è chostì apichato ne la sala, da lato a la stangha: non voglio chonperare quello che io òne. Recheràlo l'asino nostro che tti recherà le cipolle e l'aqua rosa e l'aqua del finochio e l'aqua de l'erba biancha e più altre chosette. Nicholò di Piero sta bene, la Lapa si medicina: lei e gl'atri saluterò tutti per tua parte. Manderotti una dodicina di lino per fare refe, del miglore ci sia. A la Lapa darò la banbagia m'ài mandata, e farò studiare la tela che à la Piera. Domane mi porò giù, e farò molte chose in tra domane e l'atro, e domenicha matina sarò chostì a desinare, se piacerà a Dio. Di Maso non chale altro dire per ora: io gli farò risposta, e iscriverò a Cristofano e a Nicholò mio parere, e recheròle mecho domenicha matina. Io sto bene, e delo stomacho e di tutta la persona, per grazia di Dio, e sono bene servito da monna Ghita e da monna Fiore, che fa tutto il pane: e vadasi a richorichare la Lucia! Forse te ne manderò sei domatina, perché tu il vegia e mostrilo a la Lucia. De' fatti di monna Giovanna e di Nicholò Ghuaschoni, nonn è altro a dire: ela purgherà i pechati suoi a chonpimento anzi ch'ella muoia, e chosì 'chontra chi fa male. A' fatti de l'amicho chon chui parlasti, nonn è altro a dire: sarò chostì io e dirò a l'amicho quello che mi parà. E 'l panno lino e l'atre chose manderò inanzi ch'io mi parta. Mandoti i panni del buchato. Sarà nel saccho la scritta di detti panni, de' nostri e di que' della Francescha: rivedigli a punto, e ghuarda il sacho in che e' sono, o tu gli rimanda tutti. E manderotti de la farina che ce n'à uno mogio della profetta. Di Bartolomeo nonn è altro a dire: a boccha ti dirò chome sta la chosa. Egl'è in Pisa, e sta bene, e tosto andrà a suo viagio, e sarà servito di ciò che arà bisongnio. De' danari del maestro Giovanni Banducci, nonn è altro a dire: ògli posti a chonto di Nicholò. Perché è molto notte e òne a scrivere un'altra a Stoldo, non ti poso dire altro: fa dare queste lettere di presente a cascheduno. Idio ti ghuardi senpre. Per Francescho di Marcho, in Prato. Monna Margherita, donna di Francescho di Marcho, in Firenze, propia.