Al nome di Dio. A dì 16 d'otobre 1389. Per Matarelo ti mando le chiave: la chiave del chasone ghrande e quela del forciereto, che m'uscì di mente di dartele. Mandami due chapuci de' miei di panno bruno che sono nel forzereto, ché n'ò bisognio, e due matase di refe chrudo che sono nel deto forzereto, e cercha in quali forcieri se d'è uno ischanpolino di panno bigiolo ch'è de la Lucia e mandamelo. E mandami un paio di petini che sono in su la schancieria de la sala da stoppo; mandami per la cioppa sanghuingnia ch'è dentro il forceri, ch'è a lato a letucio; se altro vorò, te lo manderò a dire. Salutami Nicholò e tutta la brighata. Ramentati di fare le pilore mie e, se de v'à del chomino, fa' che io n'abi e se no, fa' daverne di qualche luogho. Il fiascho ghrande ch'è ne l'armario, chavane la metà de l'aqua co' uno di que' fiaschi picholi che è ne l'armario, ch'è pieno de le dette aque che feci fare: arienpi il deto fiascho ghrande che no' monta nula che lo amicho l'arà: l'uno è di lapio e l'altro è di finochio e qua s'è a mischolare; si che mischola per metà. per la tua monna Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1389 Da Prato, a dì 17 d'ottobre. Risposto.