Al nome di Dio. A dì 27 di febraio 1393. Di poi che tt'avemo fatto sentire chome 3 de' ghofalone de' Lione Rosso sono venuti qui, me n'andai a meser Piero e, domandalo di queste chose, dise ch'era istato istamani cho' gli Otto e che gli trovava molti inpauriti e ch'egli dubitava che d'eglino no' fosono aviliti. Disemi, meser Piero, che n'avea fatti chiari una buona parte e uno se n'era levato e risposto a questo modo: "Che male pareva loro fare a diservire Franciescho e che male pareva loro arecharsi a nodia sì fatte chase, chome sono choteste, che vedeano senpre sarebono nimici di questo chomune". Meser Piero gli rispuose che doveanno aiutare senpre la ragone e cho' mostrarsi d'aiutare il suo chomune e no' bisogniava loro di mostrare che tenesono niuna parte chontro a te, ché questo erano tenuti di fare e che toglieva a sostenere che questo no' ne poteva mai venire loro danno né verghognia e, se questo no' faciesono, che no' farebono giustizia. Disemi che di questi Otto v'erano molti pochi ch'avesono de' naturale, se none Nicholaio di Bernardo e ser Amelio. Niccholaio di Bernardo no' ci è ogi: fumi detto a l'altra volta che volo fare quello che no' lo fare' che quando ser Amelio fu mandato per lui, che rispuose a chi andava per lui in su la piaza, che sapea quello che voleano e che d'egli non ne intendeva di salire in quello palagio in chontro a Franciescho di Marcho, perch'era una schoncia chosa e che s'era ritrovato più volte, dove per questo Chomune s'era mandato, per Fechine o per altre vile che cci sono, era loro senpre choncieduto ibascieria, no' che a uno nostro terazano. Ora, perché io sento che sono tutti aviliti, mandai per Charlo di Franciescho e rachordagli senpre l'amicizia ch'era stata senpre tra te e quegli di chasa sua e che gli dovese piaciere di rachordare a ser Amelio il buono amore e la fidanza che ttu ài i' lui e ne' suoi frategli; e per me eri stato avisato quanto avea adoperato ne' fatti di Franciescho e che gli dovese piaciere ogi di drimostrarlo chome avea fatto per l'adrieto e che, se chonsiglio di richiesti si faciese, ch'egli dovese avere l'ochio in su gli amici di Franciescho, e loro, fumi detto, per uno che gli vede in piaza, che dì subito fu egli e Arighuccio e che lo preghava di questa facienda. Di poi sono istati in su la piaza e àno detto le più schoncie chose che mai fosono tanto e da questo Chomune non àno auto niuna chosa, chome t'aviserà ser Baldo. Funo chiamati quatro, poscia che fu fatto il chonsiglio, che sono cho' gli Otto a dare a chostoro la risposta: fune meser Piero e Arighuccio, e ànno detto tanto altamente, che grande onore àno riceuto da questo fatto. (volgi) Sòvisi rimesi bene 4 volte e detto che no' ne teneano quela per risposta; sòvi stati più di 5 ore e pare che niuna buona risposta àno auto da loro: ragona che pasano per questa via, ché pare che schopino. Per fretta no' dicho più; per lettera ti manda ser Baldo t'aviserà di tutto. La mula ti manderò domattina. per la Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1393 Da Prato, a dì 28 dì febraio.