Al nome di Dio. A dì primo d'aprile 1394. Ierisera ricevetti tua per Nanni da Santa Chiara; la chagone ch'io no' ti rispuosi si fu che qui, alle 24 ore, ci gunse mona Lionardo, sirochia di meser Giovanni Panciatichi, e la sua figliuola mona Sandra, e 'l figliuolo di detta mona Sandra fu chon eso loro, e qui ritta aberghornno e la mattina ci disinorno, ch'io 'ntesi a fare loro più onore ch'io seppi, bene che pocho onore si potene fare loro, ché putine, la mattina, tutto il pescie per mia ventura, e 'l figliuolo di Niccholaio Martini andò insino a Ciervello e no' potemo avere nulla: faciemo de l'atre chose più onore loro che noi potemo. Della venuta di Nanni da Santa Chiara, no' sepi che dovese venire voto. E' ronzinello no' ti mando per Nanni perch'ène di bisognio qui, ché ogi òne fatto votare l'orto de' malaranci e mandato tutto i' letame al Palcho e òne fatto lavorare l'orto a Meo, perché ci puote istare questi tre dì per l'amore del merchato, e domane gli farò votare tutte le stalle e portare i' letame là suso, e giovedì gli farò arechare bundate ne a l'orticello. O fatto cierchare degli sportegli al Palcho e a porta de l'orto dal serraglio e no' ci sono i' niuno luogho [] Vanna di Chiarito che venne a chasa sua Antonio Vitale e dice che arechò la misura in mano per vedere s'erano tante larghe alle docie, dise ch'erano a punto e arechollo da chasa di Chiarito per di castangnio e voi no' ne trovavate: penso sarà adoperato perciò no' si ritruova. L'orto istàne molto male a questo modo perché, pe' l'uscio della ghora, vi vane chiunche vuole; non àne potuto fare danno, per insino a ora: n'ogi mai istarebe male. Parevami da fare a questo modo: di tôrre di quegli usci vechi e puntelare molto bene l'uscio dalla ghora, per modo che no' vi si potese aprire l'uscio dinazi; non è di bisogno, sechondo mi dichono, se none mutare le bandelle degli isportegli: farebelo Chiarito e Nanni di Ghiduccio; dichono che llo farano inn un'ora, per modo istarane bene; faròlo fare, se ttu vogli. De' cieri, ène la verità, che sono di quegli che mi mandò Niccholò, perché gli avevo in chamera mia ed erano dentro inn una chassa e noi faciavamo la lettera e io dissi: "Va', recha quane la metà de cieri buoni", ella arechone: de' chattivi erano, e no' fu per altro. Matteo fune ierisera quine a mene, e ògli detto la veritane di ciò ch'io t'òne iscritto; èmisi molto ischusato e che non è vero che diciese mai quelle parole: disimi che vuole eserre senpre nostro figluolo e io gli disi ch'io l'acittavo di tutte, chonsiderando quello ch'era a ser Lapo. Penso bene che venisono da chotestui, ch'ène savio di chostà. Rispuosigli il meglio ch'io sepi per l'amore di lui. Del fatto di Meo n' òe tenuti questi modi: che gli òne mostrato buono viso e ògli detto che aspetti la tornato tua e che ttu ne farai quello fia da fare, e chosìe gli ò fatto dire a ser Chimenti; niuno altro rimedio mi pare ci sia migliore che quello ch'i' òne fatto. Gli 'basciadori no' sono venuti, perché aspettono che gli Otto entrino nuovi; ène Arighuccio ghonfaloniere di giustizia. Da ser Chimenti sarai avisato di tutto. L'aringhe ricievemo e mandàle subito e Gherardo e 'l sacho abiamo ricieuto. Il farsetto ti mando per Nanni da Santa Chiara e 12 pani, e mandoti uno panieruzolo che v'àne dentro parechi prugniuoli; no' m'è patito l'animo di mandargli, però te gli mando e no' ti maravigliare perché sieno netti, ch'io gli volea pore a fuocho che ttu gli mangasi tune, perché chostarno tropi danari trovare una grande quantità perché tu gli mandasi a ser Lapo che se ciere vera', n'arai. Del fatto del ronzino, Antonio Michochi a me e domandomi di quello ronzino ca fidare di Meo; disigli che delle bestie deva; disemi che àne a eserre a questi dì chostà e techo ne favelerebe: dinegli quello ti pare. Egli ène degli Otto, voglisi fare onore. Mandoti de' cieri buoni. Rimandi il paneruzolo perch'ène di mona Fia. Il chavallino e il morello adopero questi due di, ché poscia darò ordine che si sarchi il grano dal Palcho, ch'ène il tenpo. Le vigne no' s'àne a fare nulla di qui a magio, e chosìe òne fatto lavorare la vigniuola da Filettere. Altro no' dicho. Idio ti ghuardi. per la Margherita, in Prato. E più ti mando uno paio di chalze cilestre, perché sòne che n'ài bisogno. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1394 Da Prato, dì 2 d'aprile.