Al nome di Dio. A dì VIIII d'
aprile 1394.
Ieri, per mona
Simona, ebi tua lettera: quanto dine òne inteso;
apreso risposto a' bisogni.
Delle chose mi mandi a dire che si faci, faròle fare e, di
quelle sarà di bisognio avisartene, te ne aviserò quando sarano
fatte.
La
muletta di
Stoldo ti manderò ogi, se troverò qualche
persona me ne posi fidare di lui.
Per Nanni da Santa Chiara ti mando una
soma d'
acieto
e ll'
a
lberello dell'
uve e diciotto
panni e uno
fiascho di quello
trebiano mi dicesti ti mandasi.
Domanda
Cristofano quello che n'è della
chiave della
chasa
dov'àne il suo
panno lino.
Fami
chonperare, per mona Fia, due
braccia
½ di
ghuarnello,
di quello
bordo, che sia bello.
I
bottoni della
Tina
chonpera quando ti viene fatto e togli,
di quella
ragone togliesti per la
figliuola di mona
Vanna, che n'adò
XVI per
oncia e tòne
oncie, ché no' si può fare di meno.
Avisami del fatto che ttu fosti domandato, cioè del
figliuolo
di
ser
Piero Ciepereli, se le chose sono ite innazi, in perciò l'amicha
che tti sai, ne favelai già se ne pente, e non è tornata per altro.
No' ne dire nulla chon persona.
per la
Margherita, in
Prato.
Altro no' dicho. Idio ti ghuardi senpre.
Franciescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1394 Da
Prato, dì VIIII d'
aprile.