Al nome di Dio. A dì XV d'ottobre 1398. Per Cristofano manovale ricevetti tua lettera, risposta di due mie: per questa farò risposta, chome che pichola risposta v'achade. Della pelle di monna Giovanna e del mio panno bigio e de' refe non n'è altro a dire. Della banbagia no' mi mandare più s'altro non ti dicho. Del fancullo si fa quanto si dèe. De' danari di mandarci o recherai, non n'è altro a dire. Domane sapremo se si potrà chonprare panicho o sagina o miglio o spelda a buo' merchato, e di quando si farà sarai avisato, e a' pasagieri si dirà quanto dite, se ci saranno. Piero à ogi arichato di quel muro preso che tutto, e sì andò ogi, egli e Nanni, a vedere que' lengname dagl'aberi in mentre che merendavano, si che non ne perderò tenpo. Domane sarà Piero a l'orticino e meterà que' chapezali e chomincerasi a metere delle piane; non si va al Palcho per l'amore, dice, no' gli pare buona chalcina da 'ntonichare; non di meno, dice, voi diciate se volete vi si vadia a andràvisi e faràsi quanto voi dite, e la chalcina s'achoncerà per modo sarà buona; ma dureravisi più faticha. Piero di monna Mellina chocerà di questa altra setimana. A Nicholaio di Biagio dicemo del fardello; dice che, se paghano ghabella, gli vole chostà e non qua. Per questa non dicho altro. Idio ti ghuardi senpre. Sarà chon questa una lettera di Meo Chanbioni che gle manda meser Antonio. per la tua Margherita, in Prato. Francescho di Marcho da Prato, alla piaza Tornaquinci, in Firenze. 1398 Da Prato, a dì 16 d'ottobre. Risposto.