Carissimo fratello, ricevi una vostra lectera fatta costà a dì II di
dicembre, la quale vidi molto volentieri, e in quella ben giustamente mi
ri
nprendete
e acepto la riprensione, ma increscemi della cagione che
pensavate fosse. Egli è vero che 'l secondo dì ch'io giunsi in
Vignone, passando
pella
Speçiaria,
Pieroço di Luca Castellani da
Firençe col quale aveva preso
per camino gram conteçça, essendo in
bottega di
Michele, mi chiamò, dicendo,
s'io voleva scriver nulla, che alcuno ne venia in costà presto,
e io allora
in questa medesima
fondaco scripsi in fretta quella lectera a
Monte perché
sapesse novelle di mia venuta, ed è co
n penna di speçiale sì trista lectera
che non pare di mia mano. Sì che abiatemi
per scusato.
Da poi vi scripsi a dì 21 di
nove
mbre quello avea diliberato insieme
con
monsingnore di Firençe et quanto honore e festa esso et
messer di Cuscença
mi feceno,
e di tucto
monsingnore tiene inverso di me ben ciò che per lui
era stato scripto insino a
Firençe. Sono da poi ocorsi casi d'infermità, ne'
quali ò 'uti alle mani, e - lodato ne sia sempre Idio! - di tucti n'abiamo auto
honore. Et
giovedì mattina mangiai co
n cardinale d'Amiense con certi altri
medici
e fu in sua presença certa
collatione della quale assai piacqui al
cardinale, intanto che mmi chiamò da parte ançi io partisse e pregommi io il
vicitasse due volte la
septima
na e fosse suo
medico. Egli è potente
singniore
e savio e riccho
e spero da llui avere assai utile e honore.
Ad me par far meglio stare quest'
anno a vedere come le cose vanno ançi
diliberi fare venire la donna,
e se cci fossono i
mercatanti e la
corte
buona come soleva, non dubito farei utile assai. Nondimeno credo averci la parte
mia. Passata la
state, piglieremo partito.
Andrea da Siena vostro per camino fu rubato
e toltoli il
cavallo e suo
arnese. Questo dì à rispiato dove il
cavallo è e domattina gli presto il
ronçino
e va per esso com certe lectere di questi
singnori, e credo ritroverà tucto per
indiçio buono ch'à. Idio ne gli dia la gratia! Io vi scripxi quanto
Boni
nsengna e gli altri vostri ànno fatto per amore di voi inverso di me,
e se io fosse stato la propia vostra persona, non so che avessono potuto far
più. O· veramente tucto giorno truovo da
Boninsegnia quello che scrivete, ch'è
più da fatti che da parole. Quando scripxi la prima lectera a
Monte, io non gli
aveva anchora parlato,
e pertanto non ne scripxi niente. In verità, io m'ò
troppo che lodare di lui.
Credo avere ricevuta da llui, tra
panni,
vaio
e cortine m'à
co
mperati, presso la quantità che scriveste, e àmmi
co
mperate queste
cose buone e belle
e vantagiato più che ssi può. Et a questi dì gli credo
far dare dal
camarlingo di monsingnore fiorini L, e degli altri sono tante le
brighe avete per me vi converrà indugiare um te
mpo però nol voglio gravare
[ms. gravere] il
camarli
ngo di più per non monstrare esser venuto troppo
miseramente. Nonn ò bisongno ora se non che Dio vi guardi lungo tempo;
e se
bisongnasse, non so persona al mondo a chui ricorresse quanto ad voi. Pregovi
ringratiate
Boninsengna di quanto m'à fatto.
Qui si dice che l'acordo tra
messer
Ramondo di Torena è fatto. Era per
essere mala
guerra
e grande danno di questo paese. Apresso questo dì ci à
novelle certe che 'l
re di 'Raona è morto e dicesi che 'l
figliuolo è chiarito
per la parte di
papa
Chimenti.
Gli
ambasciadori fiorentini sono anchora al
Ponte a Sorgha e credo
più tosto torneranno inverso
Firençe che non andranno a
Parigi, secondo si
dicie.
Io trovai in
casa d'una donna malata mo
nna
Dyanora
madre di mo
nna
Margherita a questi dì, e fecemi molto buona racogliença per vostr'amore. Ella
mi pare donna molto chara e da bene e a llei mi racomandate quando le scrivete.
Non ebbi anchora da voi altra lectera che questa, e pertanto vi prego che
alchuna volta, comi che siete molto occupato, non v'increscha lo scrivere. E
buon pro vi faccia l'uficio! Increscemi non
sono costà perché ne mangierei con voi. La prima volta si dà mangiare a'
compangni. Ma io mi farò dare mangiare qui a questi vostri per non mancare della
ragione mia. Salutate per mia parte mo
nna
Margherita,
messer
Piero,
Nicholoçço,
Giovanni Giuntini,
Marco e Fino e le
brigata. Racomandovi la mia
famiglia. Idio vi guardi sempre! Son sempre a' vostri servigi.
Per lo vostro
maestro
Naddino in
Vingnone, a dì VII di
gennaio
[sul verso:] Franciescho di Marcho in
Prato amico carissimo.
[mano: differente da Francesco] 1386, da
Vingnone, a di 30 di
genaio.