Egli è vero che Piero del Ticcio e di monna Franciescha donna che fu del decto Ticcio, cioè quel giovane cugino dell'Antonia mia donna, che venne insieme con lei a Vignone, è forte amalato et in grande pericolo, e più tempo stato infermo. Ora io scrivo alla sua madre il suo caso e che gli fa mestieri d'argento, ed è una lectera legata com questa vostra. Preghovi che gliel mandiate, e per amore di me faciate sollicitare ella risponda. Come arete saputo, qui fu eletto in papa di concordia di tucti cardinali il cardinale ch'era della Luna, il quale per certo è un santo huomo e di grande sciençia et operatione, ed è disposto a procurare l'unione di santa Chiesa con ogni ragionevole modo e in questo metere tucta sua solicitudine. Idio ci dia gratia di vederla unita! A' fiorentini porta grande amore e sono qui, poi che fu papa, ben veduti, et me à ordinato suo medico com quello salario che dava l'altro. Qui si spera avere tosto pace con messer Ramondo di Torena però che cci sono due maliscalchi di Francia a tractarla ed è rimesa di volontà delle parti in certi cardinali. Idio ci conceda questa pace e l'altre, ché mestier n'abiamo! Io inpuosi a Michele di ser Bartholomeo certe mie cose e diedili uno memoriale. Di tucto òne maraviglia, che mai non mi rispose. Non so s'egli è ben sano. Fumi detto era amalato nel camino. Se è sano, voglio gli ricordiate me ne risponda. Noi stiamo colla gratia di Dio bene, e così desideramo di voi. Salutate monna Margherita per vostra parte e altri nostri amici e parenti. Idio vi guardi sempre! Sono a' vostri piaceri. Per lo vostro maestro Naddino in Vignone, a dì XXVIII d'octobre. [sul verso:] Franciescho di Marcho da Prato charissimo in Firençe propio. [mano: differente da Francesco] 1394, da Vingnone, dì 21 di novenbre. | Risposto, dì 22.