Honorevole magior mio, perché sono certo che disiderate di sapere novelle de· maestro Naddino e nonostante ch'elle no sia· molte buone, io intendo di singnifichallovi. Come sono certo che arette sentito, il maestro fu preso con noi e meso in prigione e rubati. Ora per la graçia di Dio e di nostri anbasciadori noi fumo liberi a dì V d'aprile e la matina che poi partimo il dì il maestro fu seperato da noi e meso altrove, e pensomi sança fallo che lo farano riconperare, della quale cosa molto mi grava. Perché noi staremo per atendere allo spacio di Matteo Arighi ch'è anche rimaso là, se vedete ch'io possa fare intorno a' fatti suoi nulla, scrivetemelo, ch'io lo farò volentieri come per padre. Altro per ora non ò a dire. A Deo v'acommando. Sengnino Baldesi vostro in Genova, dì VII d'aprile 1390.
[sul verso:]@ Maestro @/Giovanni Banducci/@ medicho in Firençe.