Al nome di Dio, amen. A dì 20 di
febraio
'388.
Ricievemo a dì 18 una vostra letera fata dì 7, rispondiamo al bisogno.
Abiamo auto 2 prime che mandato ci avete a ricevere da
meser
Veri di Medici
f
. 1.000 e più una per la quale mandate a ricevere da noi medesimi
f
. 500. Tuti
sono promesi, al
termine faremo d'aveli a vostro
conto poremo.
De' detti
danari faremo la volontà di
Domenicho di Canbio o a bocha o per
lettera e se degli altri
danari vorà glie daremo e manderelli a
pagare dov'eli
c'inporà come dite.
Asai ne grava del falimento di
Pechori, Idio ristori chi dano ne ricieverà,
credesi però ne riuscirà male
debito, chosì piacia a Dio.
Né altro a dire v'abiamo, siamo a' vostri comandi.
Per chostì àno
bocie 3,
Brugia 2 3
/4 mè questi,
Parigi 3 pegio questi,
Gienova,
Vinexia pari. Idio vi guardi.
per
Lemmo e
Ghiselo e
conpagni, salute di
Milano.
Scritto insino a qui questo dì avemo lettera da
Domenico di Cambio ch'è
gunto a
Chermona: avisaci che tutto questo starà a
Chermona e che poi verrà qui.
Per lui faremo per vostro amore e per suo quanto possibile ci fosse. A dì 21.
Francescho di Marcho da
Prato e
compangni,
in
Firenze.