Al nome di Dio, amen. Fatta a dì 17 di settenbre 1392. In questi dì pasati vi scrissi e chon esa vi mandai lettere andavono a Vignone e a Firenze, aretelle mandate per modo salvo, da poi non ebi lettera da voi sì che pocho v'ò a dire per questa. A dì 9 di questo vi mandai a paghare a usanza a Iachopo Sardo e Ghido di Domenicho: aretegli paghati e posti a conto di nostri di Vingnone e da voi n'atendo risposta. Di qui credo partire a dì 24 o meno per tutto questo mese per andare a Firenze ed òe bisogno inazi parta anchora da f. 400 o ciercha. Disivi per altra che voi m'avisasi quello v'aveva rimeso quegli di Vingnone o quello avete rischoso delle pelle vendute sì ch'io vi posi mandare a paghare quello avesi di nostro, sì ch'io vi pregho se detto no l'avete a l'auta di questa lo diciate. In questi 2 o 3 dì vi manderò a paghare f. 200 o forse 300 e itanto atendo risposta da voi però qui resto a dare danari ma io no vore' mandare a paghare se voi non avesi di nostri di Vingnone perché no gl'avesi a trare da Vignone sì che ditemi per la prima chome istà la chosa. Chon questa vi mando 1 mazetto di lettere vano a Vingnone e 1 pichola a Firenze a Franciescho, preghovi le mandate subito per modo salvo. E 1 a Pisa, mandatella a quegli di Pisa la dieno perch'è uno mio amicho. Altro per questa no vi dicho. Idio vi ghuardi senpre. Tieri di Benci saluta di Melano. Franciescho di Marcho e Andera di Bonano e chonpagni, i Gienova.