Al nome di Dio, amen. Dì 14 di novenbre 1394. Questa sera ò auto una vostra per la via di Gienova de dì primo e vegio quanto dite per altra a pieno. Sono avisato di some 6 di veli che mandate a Vingnone per questo chamino e chome qui debono chapitare e a quanto s'è a provedere sopr'esse ò inteso. Qui chonviene che paghino il dazio per lo traverso e pagha roba sottile f. 5 soma. Ora, chome ò auto la vostra, sono suto chon uno di questi de la riva mostrando volere altro e poi venimo a questo sengno che mettendo per questo chamino tale roba che a piacere ci farebono e per che roba s'è a paghare. È vero dichono è roba sottile e dicho di no però è opera di chotone: esendo hopera di seta di questo arebono ragone. Ora e debono esere domane insieme apresso desinare e io debo andare a loro per la risposta e tengnerò del miglore si potrà e giusto mia possa ne farò che abiano grazia. E paghando i veli di chotone per mercie grose paghano s. 40 la soma. Diròvi per la prima chome farò e tutto s'atende venendo la roba e dovendo pagare noi. Ben si dovea mandare questa vostra lettera sopra questo 4 o 5 dì inanzi che la roba vengha a cciò si possa avere chon questi dazieri qualche grazia che se la roba giugnesse inanzi ci faccino grazia potremmo chornare, or domane vedremo che diranno. Quando Govani sarà qui provederò a quelo bisongnerà per modo che cho la grazia di Dio starà bene. Questa è tenuta insino questa mattina dì 15 perché 'l fante di Vinegia non partì iarsera chome dicea. E poi s'è achordato andare in chonpangnia di Francescho di Basciano che questa mattina parte per ire a Vinegia e per lui vi mando questa che di là ve la mandi. Le 50 peli sono fornite e legate e 2 paia di ghuanti in questi 4 dì, per lo chamino di Pisa, ve le manderò. Fo chonto Nanni ci sarà domene o l'altro, Idio il mandi a salvamento. Né più dicho, a Dio. Tomaso in Milano, dì 15 la mattina. Questa mattina s'è partito 1 fante va a Vingnone: ònne scritto a Boninsengna quanto bisongna sopra questo e sopra altre chose. Il chamino di qui a Vigliana è bene siquro chi va chome si dè. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.