Al nome di Dio, amen. A dì 9 di
ginaio 1396.
A questi dì vi scrisi quanto fu bisogno e disivi come qui ero
venuto per alchuna nostra facienda e come lasai a
Pisa
fuste
avisato di quelo bisognava, sì che per questa dirò breve.
Come sapete voi avette costì lavori di
seta e non so se da poi
n'avete
spacciato niente e simile di quele poche
carte aveste. E
non so se da poi per noi avete autto niente da
Falduccio però che
ancho ci restono a dare, e altresì non sa se da poi arete fato o
autto niente de la deta di
Francescho d'Andrea. Or se
niente non avete fato di nila
[sic], si avia diliberato che a l'autta di
questa voi cierchiate di
baratare que' lavori a quele cose vi paia
si faci più per
Fiandra, cioè per
Brugia, che ne dovete esare
informato. Non vi dicià in che perché non sapià che si chava di
costì per là, sì che fate voi e ingiegnatevi metarvi quele poche
carte e ogni altra deta avete o se niente aveste
venduto, e
altresì v'ingegnate mettere se niente si dè mai trare de la deta
di
Francescho da onde o pocho o 'sai che si sia. E se mancha a
deto
barato di deti lavori o
charte e deba agiugnere
f
. 100
contanti sià contenti il faciate perché deto
barato si facci più
tosto, e traeteli da me a
Pisa sarà bene
pagato sì che una volta
veghi fato sensa falo e presto. E tenetevi que' modi vi pare sì
che si faci quanto vi scrivo però che voglià ciò che di costà l'è
in
B
rugia, cioè cose faci più per là come credià sia
zafarano
o altre cose che
spacciate presto e con
utile. Ora in voi
rimettiamo ogni cosa faciate, alto e baso come vi pare, e che una
volta avià le cose presto là e potete pigliare d'una cosa e
d'un'altra come mè potete e come vi pare e metetevi ciò vi resta
di nostro come detto e fate presto. E per lo primo
pasagio vi
chapita che vadi a
Brugia vi
charichate dete cose suso e mandatele
a
Brancha di Domenicho e
Giovani di Petro e
conpagni ne facino
mia volontà. E pigliatevi su sichurtà per lo mè potete. Penso
v'andrà a
Brugia uno di nostri per
ispacciare più
mercantie
v'aviamo e simile a
Genova che la facià andare là e però voglià
ancho ciò e costì s'
investischa in
mercantie sià buone per là come
deto e vi si mandino e che fate avisate me a
Pisa.
Cotesti di
Falduccio ci tenghono circha di
f
. 300 di
rifato di
carte di questi di
Milano e scrivono avegli fati buoni a noi e mai
no gli feciono e per chiarilo l'avià chiesto più volte co
stì e
per ancho non gli avià mai posuti avere. Or per non perdere più
tenpo sì lo scriviamo una lettera sarà in questa e lo scriviamo
piaccia
rimeterci questi
danari o gli dia costì a voi sì che una
volta n'avià fine con loro. E infine, per avene con loro fine e
per tralolo de le mani sià contenti foste con loro e che deti
danari si metesono insieme con le cose avete a
barattare e
pigliasesi tanta più
roba che come deto fuse buona per
Fiandra. E
tolete cose buone e
vantagiose e
charichate con l'altra
roba e
pigliate
sichurtà e in voi
rimettiamo tuto che avià quela fidanza
in voi ch'à in noi propi, e che fate n'avisate. E, se non volesono
fare di metersi deti
danari, lo preghate per nostra parte ci
mandino
conti e che troverà avià ragione e che per Dio facino
quanto lo scrivià sanza darci più
danno e che fate avisate a
Pisa.
Se per noi qui si può niente, posto ci aviate
Tomaso, siamo
aparechiati a fare quelo n'è comandato, che Cristo vi ghuardi
Manno in
Milano.
Franciescho di Marcho e
Lucha del Sera,
in
Barzalona.