Al nome di Dio, amen. A dì 24 di
marzo 1396.
Abianvi detto il bisongno in questi dì e vostre lettere non abiamo
poi e ora nonn è a dire.
Della
scharlatta che
vendemo la 1
/2 n'ò
venduta 8
braccia a
s
. 76,
e
danari aremo tosto sono in buon luogho. Della resta vedrò farnne
fine come prima potrò e 'insino non ne fo fine non dicho ve vengna.
De'
danari avete de' nostri di
Vingnone mi paiono spesi a vostro
dire. Arete poi detto quando è il tenpo delle
lane e, se di loro
avete,
rimettete a
Vinegia che per Dio ce n'è bisongno per cose
mandate loro. E mi chonviene trarre tutto dì a
Genova e di là
perdono 5 1
/2 per cento, e di qui a
Genova 1
/2 che vien 6, dove si
suole
avanzare 2 in 3 per cento. Chonviensi fare chome si può, rispondete.
Fu
Manno a
Vinegia e avisato l'ò di chose da mettere qui e, quanto
al presente no v'è grasscia, e credo per qua pocho o niente farà e
spero sarà partito per ritornare costà, Idio il conducha.
Quando v'è, come scritto gli abiamo, dite a
Vinegia abiamo
rimesso
a dì 17 a
Zanobi di Tadeo da lui medesimo
lb
. 6
s
. 3
d
. 2 1
/2
grossi per
lb
. 103
s
. 4
d
. 4
inperiali auti qui da noi medesimi,
faccane la
scritta che bisongna.
A
Cremona non sono ito per fornire e
fustani de' nostri di
Vingnone, faròllo in questi dì.
A
Francescho non iscrivo per questa che non vegio bisongno,
faròllo per altra.
Farò san'altro dire per questa.
Chanbi per
Vinega 4 3
/4,
Pixa 4
in 5 pegio,
Genova 1
/2,
Parigi 3 melio,
Brugia
s
. 30
d
. 3 in 4
franco.
Saràcci 1 a
Domenicho, date.
La
balla di
Francescho Ardinghelli mandai più dì è e niente
n'ò poi, Idio la chonducha e voi ghuardi.
Tommaso di ser Giovani in
Milano.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.