Iersera
cenando con
Guido, mi disse che
domenica egli e
io saremo in
casa vostra; e piglierebbe licenza dal
Palagio
quelle due
feste. Penso che forse anche la sera vi ristarebbe
a
cena; e dopo
cena, o
lunidì per tempo, andrebbe a veder
suoi luoghi; chè fa
anni che non vi capitò. Io dubito però,
che per le occupazioni e' non possa attenermelo; ma io
replicai così:
Guido, fate che non manchi per nulla; e questo
tempo non obbligate a persona, se none a questo servigio.
Rispuose: Di certo io il farò; ma non ne parlare con persona,
nè qui, nè anche no lo scrivere a
Prato. Ora le cose stanno
come vedete: e io vi voglio pur tenere la promessa, cioè
d'avvisarvi, ec
.. Ma io v'avviso ch'egli è savio uomo e
onestissimo, e le cose piane e oneste gli piacciano:
dell'altre egli è largo biasimatore. Se ci mandaste la
mula,
non penso fosse altro che bene e onore, benchè
Guido abbia
cavalli assai. A Dio v'accomando. Io vi verrò dicerto, per
spaccio di
Niccolaio Martini.
LAPUS MAZZEI vester. 18
iulii.