Mandovi una lettera con questa c'ho auta da
messer
Torello, che
pare si voglia partire dal luogo dov'egli è, perchè la morìa vi tocca. Non
saprei meglio dirvi i fatti suoi, che dice egli stesso. Se vi piace farmi
risposta, farò che subito gli arà. Egli dice fare ogni
sicurtà volete; e che
la fidanza gli deste il fe' fuggire. E chiede CC, o almeno
fiorini C, gli
accattiate. Non so che da lui più onesta e soda sicurtà poteste avere,
che una lettera di sua mano, in che e' dicesse che voi gli togliesse a
cambio a suo
costo, o per altro modo, tanti
danari; e nella quale e'
promettesse trarvi d'ogni danno, e obbligasse sè e sue
rede e
beni: e se
vorrete, farogli la
copia come l'abbi a mandare, che forse non è meno
mia arte che sua. Egli è fatto
gottoso, e mezzo perduto. La donna del
fratello è or forse morta. Qui muore della buona gente assai, e de'
mezzani e de' vecchi. Iddio ci aiuti bene morire, per sua misericordia.
Una gran beffa ha ricevuta, a questi dì, uno avaro
raunatore oltr'al bisogno, ch'era vostro conoscente; che n'avea
tanti, ch'arebbe pasciute sei
famiglie! e rimane in mala fama e con assai
vergogna; che si dice, oltra 'l crudele raunatore, faceva cattivi
contratti
segreti, o vero ch'avea fatti. Dico gran beffa, perchè è morto, e di tutto
suo avviso e tesoro non si trovò nulla in mano, quando a questi dì morì:
e lascia a un suo
fratello, che se ne goderà. O Iddio, che anime gabbate
sono queste!
Qua si dice ch'
Arezzo e
Volterra,
Colle,
San Gimignano,
Bologna,
Vinegia,
Genova, e in ogn'altro vicino luogo e lontano, tocca questo
fragello. E i
medici di qua dicono, che gli affanni e le fatiche sono
pessime. Pertanto vel dico, che vi sappiate vincere di non darvene troppi
nè in
casa nè fuori. Se far non lo saprete, poco varrete. Non so come
altrementi dirmi la verità con voi. Ancora i miei sono sani, a Dio laude e
grazia. Ben mi dispongo ogni dì, quanto posso bene, a ricevere ogni
gran battitura da Dio; e non l'arò sì grande, ch'ella non sia con
misericordia pe' falli miei. De' vostri vicini sono morti, troppo arei a dire.
Salutate monna
Margherita e gli altri, e confortatevi spesso insieme nel
piacere a Dio in ogni cosa. A lui v'accomando.
LAPUS MAZZEI vester. XXI di
luglio 400.
Dice che
Stoldo gli ha risposto, che di questo fatto di
messer
Torello non sa nulla.