Due vostre con quella di
messer
Torello insieme ricevetti ieri.
Alle quali, perchè già
messer
Torello era stato servito e fatto avea
l'obrigo, cade poca risposta.
Avete fatto bene, e vostro onore. Di
Manno non so che mi vi dica
più che voi stesso vi veggiate: avendo auto prima el passamento di
Niccolò vostro, non so chi vi si consoli meglio, che farà il tempo: cioè,
che quanto più dì andrete oltre con questi dolori, più vi consolarete voi
stesso: e il mondo dà così. Ma non è che chi riguardasse alla mondana
vostra
perdita di due sì fatti
parenti e amici, non venisse meno. Son
certo ch'arete l'occhio spesso al cielo, ove abbiamo andare, e vivere
eternalmente; e di questi cadimenti non curarete, pur che il morto abbia
amato Iddio e voluto meglio a lui ch'al mondo e ch'alle sue cose, e
ubbiditolo. Queste cose non si veggiono bene se none al capezzale; chè
mentro siamo in questa carne, o prigione, siamo dalle false cose
gabbati. Io l'ho provato ora è il terzo dì, c'ho veduti morire due miei
figliuoli, il maggiore e 'l mezzano, nelle mie braccia, in poche ore. Dio sa
quanta speranza m'era il primo, che già l'avea fatto a me come
compagno e padre meco degli altri; e che salto egli avea già fatto al
banco d'
Ardingo, ove posto l'avea in grazia di molti che gli aveano
l'occhio addosso: e sa Iddio come molti
anni non fallò mai, la sera e la
domane, sue usate orazioni ginocchioni alla sua camera; che molte e
molte volte gli avea compassione pe' caldi e pe' freddi. E sa Iddio e chi 'l
vide, quello che fece a morte; e che parole d'ammonimenti diede, e
come ci mostrò che fu chiamato al giudicio, e come si dispuose a
ubbidire chi 'l richiedeva. Or io vi riserbo a bocca, chè non ristarei, se la
pietà di Dio vorrà mai ci riveggiamo insieme
E in medesimo tempo era in uno letto malata a morte l'
Antonia,
e quello mezzano che con lui se n'è ito. Pensate come il mio cuor si
fendea, vedendo piagnere i picchini, e la
madre non sana nè forte; e
udendo le parole che 'l maggior diceva. E a pensar tre morti! Ma come
gli vidi in parte da non campare, pigliai partito, e ringraziai Dio, per
grazia di Dio; e sono molto consolato che siano sì puri partiti; però che,
s'io gli amava, non debbo guardare al mio acconcio quanto alla pace
loro, in che son certo che e' sono.
Francesco, pigliate cuore, e fidatevi in
Dio, e non temete; chè se arete in lui speranza, e' v'aitarà. Confortate la
donna, e ella voi; e questa ricchezza che passa, abbandonate un poco
con l'animo, e appiccatevi a Dio, e appoggiatevi alla sua colonna, e non
vi trovarete mai confuso. Parola è del magnifico santo Grigorio: Chi
vuole che gli venga fatto ciò che e' vuole fuor da sè, acconci prima bene
dentro sè.
La cosa non ci resta. Scema ne' minori, e cresce ne' grossi: molti luoghi
ci ha sanza
podestà. A
Prato è morto; e molti qui, che conoscete, sono
morti a questi dì. Per Dio, non scrivete a
Prato che ora siano gravati
vostri
debitori; chè mi dispiacque, pochi dì fa ch'io lo 'ntesi, per vostro
onore. Tempo è da castigare, tempo da perdonare. A monna
Margherita
mi raccomandate. Raccomandovi la mia
famiglia, se io m'avesse a
partire di questa vita da beffe: che bene è vita da beffe, chè poca
differenza ci ha dal vivere al morire. Cristo v'aiuti, e intenda al nostro
bene.
LAPO vostro. XXXI di
luglio.