Per due ultime grandi avea da voi aute, ferma avea la mente non più scrivere un tempo e stare in silenzio; e posto avea nella bocca ferma stanga, solo per non torvi la vita col troppo rispondere: e non è ch'io non veggia ch'amore e buona fidanza n'è cagione; ma 'l savio dee sapere porre freno alle voglie. E come che vi sia la lunghezza dello scrivere, non è che non vi si colchino di be' fiori di verità, e non vi si sentano buoni odori di fidata fratellanza. Quando arò tempo, risponderò a tutto: che forse non l'arò giammai, se già a voi costà non venisse a farlo a bocca. A questa mi sollicita quello mi dite di messer Romeo, e quanto chiedete sapere de' fatti di que' creditori. E non voglio travalicare questo; che molto mi consolate quando veggio che fermamente credete che, sanza rispondervi, io attenda a' vostri fatti, come se presente foste. Se Stoldo ve l'ha scritto, ha fatto bene e suo onore; se fatto no l'ha, è per tracutanza: e a me basta il credete e conoscete. Penso visitare messer Romeo; che sanza vedello, già l'amava. E di que' fatti niente gli dirò, che sono spenti; però che nulla cosa falsa può durare. E conducendolo a parlarne, sarebbe far ripollare la fracida fonte. Pesami siate in malinconia, e tale che non me la possiate dire: che crederei non fosse tale, che con l'amore che mi mena io non v'aitasse portalla. Ma stimo non sia cosa da scrivere; e forse è qualche frasca. L'amico di Guido ch'andò a Prato con lui, e eravi io, e mai non potè parlare, è qui in buona grazia; e non errando, non tema. E' ci si gastiga bene chi falla; ma i buoni non ci sono però disonorati. Non so se qua traesse la vostra malinconia. Guido per voi nè per gli altri non ci è. E fatti di quei creditori sono per voi bene fondati, tragga che vento vuole; lodato Iddio, e un poco di fede ci si mise. È vero che avendo noi con loro certo accordo, ser Goccio quando l'ha inteso, odo nol vuole seguire in benificio di loro, quasi dogliendosi che, pagato voi, voi vogliate che in lor mano vada il resto. Quasi come s'egli sperasse da voi, che voi non vorreste mai danaio: ma tutto facevate per lui e pe' suoi. Or questo m'accenna Stoldo, che e' dice: A me non hae parlato. Attendo i creditori ritornino a me; poi che ser Goccio sconcia la concordia. Basta a voi che le possessioni si tengono per voi, e voi n'aret'e frutti, se in questo mezzo non ci accordiamo: e spero di sì, e tosto. E se non la vorrete, almeno la piglierete da 300 in là: e pe' fiorini 300 graveremo i mallevadori di lui, che sono per 300 a voi. Le consolazioni ho con monna Margherita abbiate care; chè fo per darle diletto, e per non dire altro che 'l vero, quant'io cognosco. Le cose di qua poseranno in bene, bontà di questo buono reggimento. Vedete come le male volontà e i mali spiriti e le pessime e isfrenate voglie menano il mondo, anzi come il mondo mena loro. Certo, se ci avesse mimoria di Dio, non saria così. Abbiamo gli occhi alla terra, e le reni al cielo. E Iddio non si cura di chi a lui non crede. Se la malinconia ch'avete, fosse per aver voi aute parole con altrui; vi ricordo siate altra volta cauto a guardarvi del cruccio: e io vi voglio dare a 'ntendere quella parola del Vangelio: Se l'uno cieco mena l'altro, amendue caggiono nella fossa. Ciò vuol dire: Se uno si turba teco, esso che si turba accieca, però che non vede la verità: e se colui con cui esso si turba, ancora egli si curucci, addiviene che ancora egli accieca: e amendue fuor della mente, caggiono in fosse triste e in lacci di demonio. E però quando con voi nullo si cruccia con farvi oltraggio, non siate voi cieco in turbarvi; anzi state forte, e con le amichevoli parole gli rendete il lume, e medicatelo: però che due fediti male si medicano l'uno dall'altro. Forse monna Margherita di queste cose fa beffe, e dice pure: O che non medica costui sè! E guardami pure com'io sto bello a cavallo, o com'io paio isconcio di fuori. Ditele il vero che io dico a voi, in nome di me, e meco medesimo; che ben si condanna spesso, chi predica e sè non medica. Tanto pregarò Dio, tanto dirò male di chi erra, tanto scriverò la verità, che forse in qualche tempo mi correggerò: e se non per amor di Dio (che è il tutto), almeno per la vergogna che è al gallo cantar bene e ruspar male. Cristo v'accompagni in sempiterno; e lei aiuti vivere nella sua grazia e vostra consolazione. - LAPO vostro, in Firenze, XXIIII novembre.