Pregovi vi facciate leggere a
Checco Naldini la lettera
mando a
Prato a
Barzalone; e poi la chiuda, e mandila: esso n'arà
conforto. Forse voi udendola, s'a Dio piacesse, arete qualche
fiamma d'amore a Dio, d'andarvi una volta, ora che 'l nostro e
quello paese è in pace; e io vi farò compagnia. Sempre ho auta
volontade
di sapere il modo di quello perdono; e sonne molto allegro. Una
volta abbiamo a
saldare questo
conto con lui. E se non avessimo
altro
debito che 'l tempo speso indarneggiare, malagevol fia con lui
con parole cancellallo: però che 'l suo
De' dare è tutto giusto e
pieno d'amore, quando ci fe e creò, che nulla eravamo; e fecci
simile agli angioli, e più che angeli, se volessimo seguire l'ordine ci
ha dato. Item, il suo
De' dare, dice che
ha mandato il figliuolo Cristo a cancellare i peccati nostri, patendo
di lui si facesse sacrificio, pel peccato del primo uomo, padre di
tutti; per cui eravamo privati della sua visione, dopo la morte. E
vivendo esso qui, ci diè forma e regola di giustizia, di verità e
d'equità. E il nostro
Hanne dato, vi si troverà molta ingratitudine,
fellonia e pazzìa, e la maggiore e più isfacciata ismemoraggine che
sia sotto 'l cielo, vedendo i nostri fratelli e amici e
compagni tutto
dì morire; e veggiamo che hanno sognato in ciò che hanno fatto,
dove non è stato amor di Dio o mimoria di lui. Certo, a questa sua
cortesia ci ha fatta, seguita una orrevole giustizia, la quale fa
dell'anime. E orribile cosa è cadere nelle sue mani, ove frasche e
scuse vane nulla vagliono. E chi ripara poi per noi dopo la morte?
Parmi la nostra venuta al mondo sia una beneficenza, amore,
carità e cortesia, dalla parte di Dio; e una giustizia bella che farà di
noi. Oimè! come mi paiono pochi quelli che non siano pazzi: di me
sono più che certo.
Francesco, pregovi stracciate questa per mio onore; però che è
troppa vergogna, predicare e non fare. Ma io vi prometto che
quando
Guido vivea, però ch'eravamo egli e io una anima, nulla
facea, nulla udiva, nulla leggeva io, che fosse contro all'uomo,
ch'io non mi dolesse al pari di lui e di me; massime ora al dirieto,
che si dava tanto ad amare il
Palagio e'
cittadini lusinghieri e
inciarpatori di novelle e di frasche: e poi si risono della morte sua!
Così ora m'addiviene di voi: che ciò che fedisce me, mi pare ch'io
debba avvisar voi, oltra
tutte l'anime viventi: non so che s'è. Dolgomi il tempo del giorno
state nel letto, quando siete sano: se per Dio poteste metter
mezza ora a una messa. E quando Dio vede delle limosine fate, e
poi seguirlo al suo sagrificio, vi farà grazie grandi, da none stimarle
con falsi
danari, lusingatori e ingannatori. Iddio ci aiuti. A me
priego, padre, perdoniate. Di questo pur vi posso far certo, e voi e
me, che uno grande
Hanne dato sarebbe amare Dio; però che in
ogni suo fatto e scritto San Piero diceva: L'amore di Dio cancella
multitudine di peccati. E per suo amore mi perdonate. -
L'amico vostro. 26
dicembre.
Ancora vi voglio dare un poco diletto, e simile a me; perchè
conoscete assai, quando volete: e per certo oggi credo conosciate
quel che sono le ricchezze, quanto vostro pari.
San Bernardo è
poco che e' fu. E scrisse una letteruzza a
Eugenio
papa, che pur si
confidava a tenere ricchezze con dire: Io non v'ho l'amore; e
perdendole, non me ne curo. E disseli così: «Fa' che le cose
transitorie, che non ti possono durare, passino fuor di te, non
passino per te. El fiume, dove e' passa, rode la terra: così lo scorso
e le
perdite e il tenere le cose temporali rodono la conscienzia. E
se tu,
Eugenio, puoi fare che 'l fiume corra per lo tuo
campo
seminato sanza guastare, fídati ancor tu di potere tenere sanza
danno».
A lui
papa scriveva di non tener nulla: a noi secolari scriverebbe,
Non tenere volentieri oltra 'l bisogno tuo. E però fate bene a dire,
come solete: che chi vuole
diventare ricco, venga a voi per consiglio, perchè in tutto lo
sconfortareste.
Egli è
festa, e non ho faccenda: sì che abbiate pazienza. Ma per
amor vi prego la stracciate. La vostra
procura ponete per fatta,
come potrò andar per la pergamena.