Andai a Prato, e tornai ieri da vespro. Avendovi detto non andrei, fune cagione quel mio compare Lionardo corazzaio, che nacque in Francia, che già il menai a cena con voi, per una cagione d'uno poderetto, ch'io gli ho fatto comperare a Mezzana. Seppi di notte mi volevate. Se è cosa di bisogno, avete de' fattorini, e me presto e sano, lodato Iddio. Non posso fare non mi dolga con voi solo; e la doglienza dura tanto quanto io peno a dirvelo, e dipoi è cessata di presente. Questo è, che a tutto 'l mondo fate bene: e di far bene a voi solo, avete cura credo assai, o debbo credere; ma non tanta, che ancor maggior non si potesse avere. E io sono quegli che più ci 'ncappo. Dicol pertanto, che quella bella posta rimpetto a me si vuole vendere, e costarebbe pochi danari. E areste fatta a vostra vita la più bella posta al vostro Spidale, che sia in tutti nostri piani; però che poi, vivendo e morendo, v'è il modo a fare uno podere grande quanto l'uomo volesse. E a me e miei figliuoli areste dato uno buono vicino; che d'avventura v'entarrà persona grande o superba, che non ne viverò contento. Ben so l'animo vostro antico, di non comperare: ma Iddio muta gli animi spesso in meglio. E massimamente ora, che 'l mondo è rivolto a non far più prestanze in Firenze. E se voleste vi s'attendesse, farei vista far per me; e credo ne sarei vantaggiato 25 fiorini; che in tutto, con le case o mura e capanna innanzi, non penso montasse fiorini 300. E pur questi 300 aresti messi in porto e terra ferma, e non andrebbono più per mare. E a me dareste consolazione. Ma sopra l'anima mia vi conchiudo e dico, che in ciò la vostra consolazione fia la mia. Basta a me, a dire puramente all'amico l'animo mio. E se Barzalone e gli altri vostri amici non ne fanno festa, se lo fate per amor dell'anima vostra, dite al pecoraio che ritorni a sonare la sua sampogna antica. Cristo ci allumini. Vo a spasso testè a Samminiato, solo; perchè truovo in solitudine ogni bene, in compagnia ogni male.