Io ti credetti parlare a questi dì ch'io fui a
Prato, e non mi venne fatto.
E voleati pregare, e così fo, per bene e onore di
Comune, e per acquistàgli
questi due fratelli ad amici (chè nel vero
Andrea è qua grande
cittadino), che
tu stessi attento e desto in onorare questo vostro
Podestà, dico nelle cose che
far si possono: e tu sai meglio quel che si può, di me. E nel vero, e' s'è pure
isforzato in contentare la
Comunità, e onorare cotesto
ufficio in ogni cosa ha saputo. E credo questa sia buona
mercatanzia per lo
Comune. Io scrivo a te solo, per amistà tengo con
Francesco tuo
compagno e anche
teco; e perchè cognosco in te discrezione. E di questa materia, per onor del
Podestà e mio, ti priego non parli; cioè, ch'io te n'abbia scritto. Ma di questo
ti scrivo, ti priego: e meco voglio ch'usi medesima sicurtà, in ogni cosa
potesse per te.
Andrea è ora de'
Dieci della balìa, ch'è vinta. E s'io in
questo avesse ad altrui, o all'
uficio, non ti sia grave avvisarmene. A Dio. -
LAPUS MAZZEI tuus. XIIII
ottobre.