+ Al nome di Dio, amen. Dì primo novenbre 1383.
A dì XXIIII del pasato tornai da Perpigniano (e) qui trovai una tua, a la quale
chale pichola risposta perch'è risposta d'una mia. Con essa ebbi quella da
Brescia, sì che sta bene.
Vegio quanto di' della venuta tua, la quale arei molto chara per molti rispetti,
i quali se a Dio piace sia ti dirò. Nostro Signiore ti conducha salvo!
Le cinture (e) la scharsella t'ò mandato per Nicholò di Francescho
fratello di Pavolo che chostì è venuto suso una nave di chatelani che qui dovia levare
biado del Borsaio, (e) quando andai, non era partito, sì che per lui
non ti scrissi. Esso è stato qui co' maestri miei e ora non à potuta [sic]
durare. Nostro Signiore li dia bene a fare!
A Perpigniano chomperai XII chadissi bianchi, de' quali feci due balle (e)
mandai a Barzalona che a voi fosseno mandate perché di là venghono chostì
sovente buon pasagi. Per ancho non abiamo che là sieno. Nostro Signiore li
abia fatti salvi!
Detti chadissi chomperai per ritrarmi di Piero Fei che ci dovia da lb. 140
di denari tratti da' fustani che tu vendesti quando fosti là, ed àlici
tenuti X mesi senza degniare rispondare a lettera li mandassimo
già mai, ché ' fatti suoi stanno
forte male. Or chome che sia o del suo o dell'altrui che tra le mani avesse, noi
siamo da lui d'ogni resto ritratti e faremo di qui avanti più salvamente. Ònne auto
grandisimo merchato, ché ciò che l'anno pasato chostava f. 25 (e) 26 ò auto per
21 (e) per 22. Sì che, quando chostì sonno, sapiateli vendare (e) avisatevi suso, se
vedeste da farne alchuno profitto, ché là se ne arebbe asai, (e) buon merchato
questo anno.
Di Tomaso ti dissi per altra quanto fu bisognio, (e) charo arei tua venuta in
parte per questo. Ò seghuito quanto mi scrivesti ed ònne auto male onore, ché
Boninsegna non vole per nesuno modo, e lui pur pegiora senza inprendare.
Or s'a Dio piace, tu sarai qui a la presenzia e vedra'lo, e bene arei charo ci fossi
inanzi vedessimo (e) nostri conti; e, perché vi sè, credo li trovaremo buoni (e)
senza avere a stimare dette, ché è un mezzo ghuadagnio pur questo. Altro non so che
a dire t'abia, se non darti tedio. Saluta per mia parte Stoldo (e) dilli che
per Pavolo di Francescho li scriverò, che chostà se ne torna col manicho in mano, e
con lui il Cicio. Dio sia tua ghuardia!
El tuo Andrea di Bartalomeo salute di Vignione.
[indirizzo:] Matheo di Lorenzo in Pisa. A.
[mano di Matteo; data di ricevimento:] 1383, da Genove [sic], a dì XIII novenbre.
Risposto.