+ Al nome di Dio, amen. Dì XVI febraio 1383.
A dì XI di questo partii di qui e andai in Arli per comperare certe lane per
li vostri di Pisa, (e) simile per voi propio, e sono stato fino a dì XIII di questo
tra fornirle (e) condurle in Aguamorta. Or, Dio merzé, tutto è finato, sì che sta
bene.
E qui ò trovate II vostre lettere, l'una di mano di Matheo, fatta dì XX dicenbre,
l'altra di vostra mano, fatta dì XXII gienaio, e quanto dite per esse ò inteso (e)
apresso rispondo.
Quanto per la lettera di mano di Matteo dite del mal servire ci fa
Basciano ò inteso, e certo fino a questo dì ci à finemente male serviti, (e) a lui
è il contradio paruto, il perché grande danno n'abiamo portato, ché se fusimo stati
bene forniti, grande pro si sare' fatto di prima quando di qui partiste, e solo è
fatto per l'ignioranza di suo figliuolo, (e) simile di Ghuiciardo. Or come che sia,
Basciano si comincia a ravedere (e) venire al perdono. Non so quanto seguirà
per l'avenire, ma vostro pro sarebe ora a l'andata farà là Tieri mettarvi buon
rimedio, sì che per l'avenire non crescha l'erore di loro (e) danno di voi.
Visto ò chome sete stato ochupato in murare fino a ora (e) chome omai avete disposto l'animo
in metare tempo in altro. Sia chon Dio! Nostro Signiore vi lassi con salute profittarlo!
E più ò visto chome per detta chagione avete dimentichato lo scrivare, (e) a
me pare che a me sia divenuto senza murare. Vero è che buon dì à so' stato fuore di
qui e non ò auto destro a ricominciare di scrivare, ma agiumai ve ne farò tale
merchato che voglia Idio non vi sia noioso.
Del grande amore mi portate, non vi potrei tanto ringraziare, vedendo
quanto col vostro scrivare mi confortate al bene fare, il che sempre ve l'arò a
gradire. Chome che sia, siate certo ch'io più pregio d'asai onore che pro.
Nientemeno l'uno conserva l'altro, perché rado è onore senza pro.
Quanto dite di quello mi diceste nel camino di San Verano mi ricorda,
e se Dio m'aiuti e voi, e ogni buono huomo die avere charo presso di sé avere tale
vuomo chome Buonensegnia, considerato il suo buono consiglio (e) la sua
dolcezza. E quanto a me, quando fosse piacere di Dio (e) vostro che chosì
fosse, mi sare' asai fero [sic] perché da lui aprendo asai di bene per la sua
bontà e per la sua virtù. Ma pure giusta a la chosa bisogniarebe il volere mio si
conformasse col vostro e per la Dio grazia non sarà che, esendo questo, qui
non resti chi vi farà onore (e) pro. Or Dio ne facci il meglio giusta a la
'ntenzione vostra!
Di ristringiarmi cho· lui ò inteso, e a buona fé per la suo virtù non per mio
senno, tutto o in gran parte atribuiscie chon tutti quanto fa (e) stiamo in santa
pacie. Prestici Idio sanità, ché asai siamo tutti d'acordo! E quanto io, vi fo
relazione che e di lui (e) di Tieri m'ò forte a lodare, ché mi fanno più d'onore ch'io
non vaglio, el perché lo' so' (e) sarò sempre tenuto. Quando scrivete a
Buonansegnia, me gli rachomandate, se non v'è grave.
Vegio siete per fare alchuna chosa che, se viene fatto, dite fie bene di tutti.
Nostro Signiore le dia buon compimento! E chome sete per mandare qui
Matheo per detta chagione, (e) simile per saldare e conti di Pisa qui, il che forte
lodo (e) dicho che senza falta è di bisognio ci vengha, ché a buona fé non
saldaranno di pezza i conti loro, se chosì non si fa.
E poi che chonosciete il male, non fa bisognio iterarlo. Altra volta vi dissi chome
sempre in quello sapia ero presto senza infinta, e chosì dicho di bel nuovo, ma
Buonansegnia è troppo solo a fare le grandi scritture à a fare e pasano per sua
mano, che a buona fé uno giovane senza altra facenda n'are' asai tutto l'anno; (e)
vorei, se posibile fosse, il vedessi. Nesuno ci può esare II volte e la vista scemo [sic]
a chi viene negli anni. (E) basti!
Ma bene vi dicho, quanto dichono e vostri di Pisa de' conti, ànno ragione, ma
delle chose tratte (e) messe qui non avere fatto loro pro, non so che si vogli
dire, ché le chose abiamo loro mandate sono state chose comperate a denari, (e)
sapete che per Dio noi non coprimo pegio che gli altri. Apresso de le chose ci
ànno messe non abino fatto pro, mi pare gran chosa, però che chostì ànno fatti
loro baratti e mandati qui a finare il marame ànno preso, cioè loro papiero di
miglioramento (e) loro stagnio, e ànno fatto benisimo del papiero, (e) simile lo
stagnio s'è dato a f. XI e i· loro s'è venduto f. XI 1/1. Sì che vedete chome va. Non
pensate che sia per negrigenza di nesuno, ma solo per propie facende; (e) a
buona fé, uno sere' inpaciato solo di rispondare a le loro lettere, e pensano che
noi non abiamo a fare se non di scrivare, (e) bischontansi.
Visto ò quanto dite sopra e fatti di mio fratello, e chome per amore di me
voreste di lui sentire stato, per che forte vi ringratio e senpre vi sarò obligato, e
non fusse se non per la vostra larga e buona entenzione. Dio mi dia grazia (e)
conoscimento che meritare lo vi possa! E quanto sopra la materia enformare vi
posso è questo.
Questo mio fratello à meno tempo di me XVI mesi ed è degli alievi delle madri,
ché pocho sa di bene, ma buona fé il porta ed à buon dì che da chasa sare' partito se
non perché bene lasare non potia. Di poi sono disposto che, se tutto
pericholasse, vada cerchare sua ventura. E chome sapete è a Brescia con uno
richo uomo di nostra terra à nome Bindo Tucci, e fa, o vero facìa al tenpo era io di
chostà; ora non so chome si faccia. (E) poi che mio fratello è là, non ò auto da
llui se non I lettera, e allora era di nuovo giunto là, e ancho era là suo maestro. E
per quello alora mi disse che sicondo l'estimo suo, le chose no· li rescivano
chome pensava, ma che ancho non potia bene giudichare. Di poi ò sentito suo
maestro è di là partito ed àllo lasato là solo per lui. A lui ò scritto al chamino di
Milano e mai risposta non n'ò auta. Sì che sto un pocho amirato, e penso che
chattivo servigia [sic] mi sia fatto di lettere. Or chome che sia, da lui 'spetto
risposta di dì in dì, e auta, ve n'avisarò. Ma bene arei charo fosse in luogho e per
modo vi potesse fare piacere e onore. Altro non vi posso dire, chome detto ò, fino
da lui abia risposta, ma auta, ve n'avisarò.
Nostra madre à nome mona Chaterina donna fu di Bartalomeo di Ghino, e nostra
chasa è in un luogho che si chiama il Chasato, e bene arei charo con vostro
aconcio venisse a punto andassi fino là per trovare chi v'à forte a gradire il
grande amore portate a le chose sue, del quale meritare non vi potremo, ma cioe
che non viene inn un dì, viene ne l'anno. Or nostro Signiore metta pace pertutto!
Del giovane siete per mandare, ò visto quello dite. Per che, poi che a voi
piace, farò di lui come di fratello. Pocho bene so, ma di tutto arà sua parte, e a buona
fé, bene ci fa mestiere che sia di buono comando, ché senpre ci à opera per più di
IIII.o, spezialemente ora, perché Tieri va a Milano. Or nostro Signiore il
conducha salvo (e) dieli grazia di volere bene fare! ché dove il contradio fosse,
tosto il saprete.
Di vostri denari vechi a rischutare non chale fare ora conto fino che più
gente siamo o che le facende sieno ben basate, benché tardi sarà a la pocha
giente qui siamo e a' tempi s'aparechiano. Nientemeno non vi dormo suso in
alchuni alchune volte: mesere di Maschona à paghato quello vi dovia; misere
Stefano, è battare aqua in mortaio; el maestro de' porti à paghato per mezzo d'una
simonia (e) auto suo anello (e) la sua poliza. (E) pure a pocho a pocho si veranno
asomando, e quando aremo più agio, faremo più avanti. Altro non dicho per
questa per fretta. Per altra v'avisarò d'alchune chose a pieno. Dio vi guardi!
El vostro Andrea di Bartalomeo vi si racomanda di Vignione.
[indirizzo:] Francescho di Marcho Datini in Prato. A.
[mano di Francesco; data di ricevimento:] Da Vingnone, a dì 5 di marzo 1383.