bene, perzò che arivay no ben sano per la tenpesta de la
grosso mare; poi trovai che la
una autra
lo
tra loro e queli li quali v'aveno loro
quela
Era valento et savio jovane, et fone grande dano.
In apreso trovai la moria, e ancora l'abiamo, de queli soci mali de morbo
e de corpo. In apreso a questi jorni ebi nuova de lo mio
come era intrato in Peira con una soa
e intròvi a die XVII de lo
Questa nuova era a mie buona, ma in apresso seguitò, de ivi a cinque jorni,
che la moria era grande in Peira ed eravi morto ben da dexe persone
nominative e buone et tra li autri lo mio
quivi a die XVII de
senestra una
e quelo propio jorno e in quela ora lo dicto
lui de
ebe ogni cossa che aver se potesse per suo scampamento, e confesose e
comunicosse e presse l'
facti siano in mano de persona che ne renderà buona raxona. Abiamolo
benedeto a Dio, chi dato a noi l'avea e a sè l'à voluto tirare. E questa nuova
abiamo auto a die XXV de lo
grande mercato de
doe di
a voi, a questo farò fine. Qui a
bene no ostante che la luna abia fato. Tegno che ne moriano il jorno da vinti in
su; e, se li
niuno a la
mei doi
meiho che posamo. Come credo che sapiate, più jorni fa morì qui lo
ne morono asai.
Tuti '
tempo, credo che serea partito. Come tempo fie se partirà: credo anderae per
la
in cinquecento.
Io non ò potuto compire quelo che avea promiso a
mio, per le
Dio piaxera; e per mia scusa mando a
che ela sia loro data.
Facta in
vostra et